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Guerra Russia-Ucraina, colloqui in Turchia falliscono, nessuna tregua

Si sono svolti in Turchia i nuovi colloqui tra Ucraina e Russia, ma senza alcun risultato significativo. Non ci sarà nessuna tregua e nessun corridoio umanitario garantito. Mosca lascia il Consiglio d’Europa e continua i bombardamenti.

La Casa Bianca avverte sulla possibilità che la Russia utilizzi armi chimiche.

Il cessate il fuoco di 24 ore non sarà rispettato

Nell’incontro abbiamo “affrontato la questione del cessione il fuoco di 24 ore per risolvere la maggior parte delle questioni urgenti dal punto di vista umanitario. Non abbiamo fatto progressi su questo purtroppo, sembra che ci siano altre persone che decidono su questo in Russia”. Lo ha detto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba in conferenza stampa dopo l’incontro con il ministro russo Lavrov.

Anche sull’apertura dei corridoi umanitari da e per Mariupol Kuleba ha detto che “sfortunatamente Lavrov non è stato in condizione di impegnarsi. Sono pronto a incontrare nuovamente Lavrov se ci saranno prospettive concrete”, ha aggiunto.

Russia: “Non abbiamo attaccato Ucraina”

Abbiamo avuto la conferma che non abbiamo alternative“, ha detto il ministro degli Esteri russo Lavrov, al termine dell’incontro con l’omologo ucraino Kuleba in Turchia.

“Coloro che riempiono l’Ucraina di armi devono capire che sono responsabili delle proprie azioni – ha detto il ministro russo -. Non abbiamo attaccato in Ucraina. In Ucraina si è creata una situazione che ha creato una minaccia a Mosca, abbiamo fatto vari appelli ma nessuno ci ha ascoltato. Questi contatti non possono esser usati per sostituire o svalutare i negoziati principali sul territorio bielorusso. Non voglio credere che possa iniziare una guerra nucleare.

Germania e Francia chiedono tregua immediata

In una telefonata fra Olaf Scholz, Emmaneul Macron e Vladimir Putin, “Germania e Francia hanno chiesto una tregua immediata”. È quanto si apprende da fonti del governo tedesco. “Scholz e Macron hanno insistito sul fatto che la soluzione a questa crisi debba arrivare dalle trattative fra Ucraina e Russa”. I tre leader hanno inoltre deciso di sentirsi di nuovo nei prossimi giorni.

La questione degli impianti nucleari

E sempre in Turchia è arrivato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Grossi ha spiegato di essere stato invitato dal ministro degli Esteri turco: “Abbiamo bisogno di agire ora”. Discuterà “della questione urgente di garantire la sicurezza e la salvaguardia degli impianti nucleari in Ucraina”.

Ancora attacchi in Ucraina

La guerra iniziata dalla Russia contro l’Ucraina prosegue senza sosta. Un attacco aereo si è avuto a Mariupol, annuncia il municipio sul proprio profilo Telegram. “Le bombe hanno colpito le case. Colpito anche l’edificio dell’università nel centro della città. Registrato anche una attacco nell’area del Teatro Drammatico”. Al momento non ci sono informazioni su eventuali vittime.

Le sirene antiaereo sono tornate a suonare a Kiev, annuncia il municipio sul suo canale Telegram, invitando i cittadini a nascondersi nei rifugi.

Nuovi bombardamenti ancora stamani hanno colpito un edificio residenziale vicino alla città di Kharkiv causando quattro morti, di cui due bambini. Un attacco ha centrato il villaggio di Slobozhanske, nel sud-est del paese, ferita una bambina di 5 anni, ma si scava tra le macerie per estrarre altri corpi. Oggi è prevista l’apertura di altri tre corridoi umanitari, si vedrà se la tregua sarà effettiva.

L’appello a donne e bambini delle regioni maggiormente colpite

La presidenza ucraina ha lanciato un appello affinché donne e bambini a Kharkiv, Donetsk e Luhansk lascino le loro regioni, diventate ormai troppo pericolose. Lo riporta il Kyiv Inedependent citando Oleksiy Arestovych, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente. “Per coloro che hanno bambini o donne, in particolare nelle regioni di Kharkiv, Donetsk, Luhansk, è meglio andarsene. Queste sono città di aspre battaglie militari e non c’è niente da fare per i civili, a meno che tu non sia un civile che lavora nei servizi dell’esercito o della città”, ha detto Arestovich.

Zelensky firma il sequestro di proprietà russe in Ucraina

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha firmato una legge per il sequestro di proprietà detenute dalla Federazione russa e dai suoi residenti in Ucraina. Ad affermarlo su Telegram è il consigliere del ministro dell’Interno ucraino, Anton Gerashchenko. “E’ solo l’inizio del processo. Dobbiamo far pagare alla Russia tutti i danni, non solo materiali ma anche morali”, spiega Gerashchenko.

“Non saremo in grado di restituire la vita ai cittadini ucraini morti, ma ciò che possiamo fare è esercitare pressioni sull’Occidente affinché utilizzi i beni sequestrati che sono soggetti a sanzioni per risarcire le famiglie dei morti”, aggiunge.

Le sanzioni per Mosca

In questa cornice si registra l’annuncio di Moody’s che ha declassato i rating di 39 istituti finanziari russi, a seguito del declassamento dei rating del governo russo a Ca da B3, con outlook negativo. Anche l’outlook è negativo. Tra gli altri Alfa-Bank, Credit Bank of Moscow, Gazprombank, Russian Agricultural Bank, Raiffeisenbank, Renaissance Financial Holding Limited.

“L’impatto delle sanzioni severe e coordinate annunciate nei giorni scorsi dai paesi occidentali sulla Russia, così come la risposta delle autorità russe – spiega Moody’s – si riflettono anche nel passaggio del Macro Profile della Russia a ‘Very Weak’ da ‘Weak+'”. I mercati, almeno quello asiatico, guardano alle trattative con fiducia. Meno ottimisti quelli del Vecchio Continente.

Se la Borsa di Tokyo segna il maggior rialzo giornaliero dal dicembre 2020, prendendo spunto dal recupero degli indici azionari Usa, con gli investitori che tornano sul mercato dopo la repentina flessione dei prezzi petroliferi, oltre il 10%. Dopo la gran corsa di ieri le Borse europee scendono nella prima primissima parte della seduta guardando all’incontro in Turchia e in attesa della riunione della Bce, che dovrebbe fare luce sulle mosse anti-inflazione di Francoforte.

Dopo un avvio leggermente negativo, il listino più debole è quello di Milano, in calo di oltre il 2%, con quello tedesco e di Parigi sulla stessa linea. Prova a tenere Londra, in ribasso di un punto percentuale. In Piazza Affari vendite sulle banche premiate alla vigilia, con diverse sospensioni in asta di volatilità, tra le quali Unicredit e Intesa. Un altro fronte diplomatico è aperto in Polonia con l’arrivo nella notte della vicepresidente americana Harris che incontrerà presidente e premier. Nel tentativo di ricucire lo strappo provocato dall’annuncio del governo di Varsavia dell’intenzione di usare i Mig-19 nei cieli ucraini. Intenzione subito bocciata dal Pentagono.

La Russia lascia il Consiglio d’Europa: “Nessuna intenzione di sopportare le azioni sovversive”

Da Mosca altri strappi diplomatici con la dichiarazione che lascia il Consiglio d’Europa. Motivo? “La Russia non ha alcuna intenzione – recita una Tass stamani – di sopportare le azioni sovversive intraprese dall’Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti”.

Ancora timori per le centrali nucleari sul territorio ucraino con l’inquietante silenzio dalla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia che ieri, spiega l’Agenzia internazionale per l’energia atomica che monitora il sito, ha smesso di trasmettere dati. Un’interruzione nelle comunicazioni registrata anche dal sito di Chernobyl: l’Aiea si dice “preoccupata”. L’inasprimento delle sanzioni europee a Russia e Bielorussia sono all’attenzione del vertice del Consiglio europeo. Con un occhio al boomerang che però sanzioni e guerra determinano su tutto l’occidente. La spinta sui prezzi esercitata dal conflitto farà sì che la crescita sarà inferiore al 4%, la premessa dalla quale partiranno i leader per stabilire le contromisure. Anche la Bce, che oggi riunisce il suo direttivo, è pronta a tornare in modalità emergenza.

L’Fmi intanto approva aiuti per 1,4 miliardi di dollari a Kiev. Intanto l’isolamento economico di Mosca si arricchisce di nuovi abbandoni del mercato russo. Ora è la volta di Sony, Nintendo Heineken e Carlsberg che fermano le vendite in Russia. E l’Eni non acquisterà petrolio da Mosca.