PALERMO – Poco più di mille le guide turistiche abilitate sul territorio siciliano. È stato di recente pubblicato l’elenco ufficiale, un passo importante, dopo anni di Far West nel settore, che ha vissuto anni di totale abusivismo e ingestibilità.
Una condizione di debolezza, per tutti coloro che nel corso degli anni hanno cercato di lavorare onestamente e si sono sentiti persi in mezzo a tanti che hanno approfittato delle mancanze della Regione, che non si è mossa in tempi rapidi per mettere ordine nel settore.
Le guide turistiche avevano messo su una singolare protesta lo scorso anno a Palermo, quando è stata offerta una visita a 10 euro per finanziare il restauro di un monumento. La scorsa estate ci si era mossi a Catania, in cui sono stati numerosi i verbali di contravvenzione elevati dalla polizia municipale contro le guide non abilitate. L’argomento era stato discusso anche nella primavera del 2019, a Noto, ad un tavolo tecnico instaurato presso la sede del Comune, a cui hanno partecipato gli assessori dei Comuni ed i rappresentanti delle associazioni delle guide turistiche delle province di Ragusa, Siracusa, Catania, Enna, per discutere sulla necessità di “costruire” una rete fra le guide professionali autorizzate che serva anche ad affrontare e risolvere alcune questioni che interessano la categoria.
Insomma, ci si muove alla ricerca di una strada verso un maggior ordine in un processo che si è rivelato molto lungo e che è ancora in divenire. Se già nel 2004 era entrata in vigore la legge per la regolamentazione del comparto, solo nel 2011 è stato predisposto un primo bando, che però si concluse in un nulla di fatto, a causa addirittura di una controversia giudiziaria finita davanti al Tar di Palermo. Il tribunale amministrativo regionale per la Sicilia, Sezione Prima, aveva deciso infatti di accogliere il ricorso di alcune guide turistiche già abilitate le quali contestarono la mancata attivazione dei corsi di aggiornamento da parte dell’assessorato e la conseguente impossibilità di iscriversi all’albo regionale senza dover affrontare un altro concorso.
Il comparto, allo stato attuale, vede l’iscrizione all’albo regionale di oltre 1.000 guide turistiche e si tratta di coloro i quali hanno preso il cosiddetto patentino prima dell’entrata in vigore della legge 8 del 2004. Precedentemente alla promulgazione di questa legge, la possibilità di diventare guida turistica abilitata era ancora regolata dal Regio Decreto n. 448 del 1937, in base al quale era stato indetto l’ultimo concorso, tra il 1999 e il 2000.
Tutto ciò ha scatenato un problema di proliferazione di guide turistiche abusive, con tanto di denunce ufficiali inoltrate dalle organizzazioni di categoria oltre che dagli stessi operatori del settore.
La legge definisce la guida turistica come una figura professionale che svolge un’attività prettamente culturale in un ambito territoriale ristretto: gallerie, musei, monumenti e siti di interesse storico-archeologico.
L’operatore lavora prevalentemente per agenzie, musei ed enti di promozione turistica e si occupa di accompagnare persone singole o gruppi nei luoghi oggetto della visita, illustrandone le caratteristiche salienti e richiamandone la storia.