CATANIA – Tentata truffa ai danni delle assicurazioni e di altri cittadini. È quanto accaduto nei giorni scorsi nel quartiere di Picanello dove una coppia e il loro primogenito, minorenne, hanno provato a portare a loro vantaggio un piccolo incidente stradale. Hanno denunciato il fatto che il figlio quindicenne fosse stato vittima di un incidente con omissione di soccorso e, invece, non solo il conducente si era sincerato che il giovane investito non si fosse fatto nulla, è stato picchiato e sequestrato da uno degli abitanti della zona.
Una storia di truffa e di disagio che secondo quando afferma al nostro giornale il questore di Catania, Alberto Francini, non rappresenta di certo una novità per la Città dell’Elefante, ma anche per tutto il Sud. “Questa tipologia di reati, purtroppo, è diffusa in tutta l’Italia meridionale. Sono le truffe alle assicurazioni che poi si articolano in varie metodologie – dice il questore -. Questo comporta, ad esempio, che le tariffe delle assicurazioni siamo molto più alte al Sud piuttosto che al Nord. Io vengo da Napoli e diciamo che è la capitale di questo tipo di fenomeni negativi”.
Secondo il questore di Catania Francini, c’è solo una strada per contrastare questa situazione. “Si combatte in un unico modo: con la denuncia, ovvero con il disvelamento delle complicità da parte di chi è vittima di queste truffe. A volte non è neanche vittima ma compartecipe e quindi non è facile che queste cose vengano fuori. Bisogna sicuramente fare delle attività investigative da parte nostra ma sono molto difficili perché, ripeto, spesso sono coperte dalla connivenza di co-interessati. A volte c’è addirittura la connivenza delle stesse assicurazioni, di persone che vi lavorano all’interno. È una realtà molto difficile da estirpare, perché è un fenomeno delinquenziale che sostanzialmente affonda le sue radici in un mal costume”, afferma ancora Francini.
E se poco possono fare le forze dell’ordine davanti a questi tentativi di truffa, l’aiuto più importante può e deve arrivare dai cittadini. I conniventi, infatti (e per fortuna), non sono la maggioranza, anzi. I tanti cittadini onesti coinvolti loro malgrado in questi casi, dovrebbero diventare parte attiva nella lotta a questi feomeni.
Abbiamo, dunque, chiesto al questore cosa possono fare i cittadini e come. “Devono assolutamente denunciare. Consiglio di farlo anche quando le persone fossero co-interessate a queste truffe – dice -. È sempre bene non prestarsi perché per un guadagno di poche centinaia o migliaia di euro, possono trovarsi impelagati in situazioni di carattere penale molto spiacevoli”.
Come spiega Francini va considerato che le conseguenze non sono solo legate a chi materialmente compie l’atto delittuoso. Pensiamo a tutti quei figli che volessero partecipare a dei concorsi pubblici e proprio per questi pregressi potrebbero trovare la strada sbarrata. Il gioco, insomma, per concludere con le parole del questore etneo, “non vale la candela”.