MESSINA – Siamo nella zona Sud della provincia, a pochi chilometri dalla Città dello Stretto, ma salendo fino in cima, attraversando casali, chiese, ruderi e sentieri sembra di avere messo una distanza immensa dal mare. La frazione di Cumia si incastra su una collina a 260 metri, con i suoi 480 abitanti (erano 740 nel 2001) e il rischio, comune a tanti insediamenti periferici, di spopolarsi.
Non ci stanno a vedere morire il loro villaggio i 15 giovani del luogo, che hanno deciso di restare e utilizzare le competenze acquisite nei loro percorsi di studio per fare impresa, valorizzando le risorse del territorio in cui sono nati e cresciuti. Hanno dai venti ai quarant’anni e mettendo cento euro ciascuno hanno da alcuni mesi costituito Valli Basiliane, la prima cooperativa di Comunità nata in Sicilia.
Importante nel percorso intrapreso dai 15 giovani è stato il ruolo di padre Giovanni Lombardo, parroco di Cumia, escursionista, appassionato di natura. “Appena arrivato nell’ottobre 2018 – racconta – ho iniziato a esplorare il territorio e con alcuni giovani abbiamo scoperto zone e sentieri che potevano essere sviluppati. Nell’attività di catechesi, nei vari incontri, li ho fatti riflettere sulla realtà di Cumia e su cosa fosse possibile fare per risolvere alcune criticità economiche e occupazionali utilizzando le risorse uniche del territorio: quelle paesaggistiche con le aree forestali, la vallata con i mulini, il patrimonio agricolo e florovivaistico. Li ho quindi spinti a partecipare al concorso e con l’aiuto di esperti hanno redatto il progetto, orientato a un turismo lento e sostenibile”.
Nel 2019 il lavoro di questi giovani è stato premiato, con un contributo di tremila euro, al concorso di progettazione sociale “Fiera delle idee” promosso dalla Cei attraverso il progetto Policoro. Obiettivo principale della cooperativa è quello di potenziare la promozione turistica e culturale delle valli di Cumia, S. Filippo e Bordonaro, con il coinvolgimento di tutta la comunità locale. “Già l’anno scorso – spiega padre Lombardo – sono stati realizzati alcuni trekking per fare esperienza. Fondamentale è stato il contributo dell’associazione Camminare i Peloritani”.
Il progetto si articola in tre step lungo un periodo di sei anni. Si inizia con percorsi di trekking e bike, con associati servizi di transfert, infobox, accompagnamento, produzione di mappe cartacee e digitali. Saranno quindi ampliati i servizi con la ristorazione (home restaurant), la valorizzazione dell’enogastronomia locale, l’apicoltura e infine nell’ultimo biennio si darà il via al pernottamento all’interno dei villaggi, con la creazione di una rete di ospitalità (albergo diffuso).
Per il 2020 è stato predisposto un ricco calendario con l’offerta di escursioni e degustazioni. L’Università di Messina ha dato un supporto tecnico–scientifico al progetto attraverso la consulenza di Filippo Grasso, delegato del rettore al Turismo. “Nel messinese – afferma il docente – abbiamo un immenso patrimonio naturalistico e culturale, poco valorizzato anche se conosciuto. È importante riuscire a mettere a sistema la fruizione, offrendo al visitatore esperienze diverse legate tra loro dalla storia e dall’identità dei luoghi”.
“In un luogo spesso abbandonato da chi amministra – sottolinea Annalisa Currò, presidente della cooperativa – vogliamo dare soluzioni ai problemi della nostra comunità senza sostituirci alle Istituzioni. Nessuno deve essere costretto ad abbandonare questo territorio, per questo servono opportunità per il futuro dei nostri figli”.
Valli Basiliane si serve di una rete di collaborazione importante: dall’Università a Confcooperative per la ricerca di finanziamenti, fino a Next Economy, che aiuta a sviluppare la progettazione, e al Corpo forestale di Messina che ha messo in sicurezza e migliorato dei sentieri utilizzando staccionate e passerelle.
Per Padre Lombardo, le prospettive per la cooperativa sono tantissime e lo dimostrano per prima cosa i progetti in rampa di lancio. “Abbiamo anche iniziative di trekking con le scuole – conclude Currò – e per il recupero degli antichi mestieri”.