PALERMO – Il sindacato dei dipendenti regionali, Siad Cisal, ha indetto quattro giorni di sciopero generale ed una manifestazione generale di protesta che si svolgerà a Palermo il 18 dicembre. Il sindacato, che è uno dei più rapppresentativi della categoria, ha dichiarato in una nota a firma di Angelo Lo Curto e Giuseppe Badagliacca che di fronte al silenzio assordante del Governo regionale” non c’è altra strada che lo sciopero di tutti i dipendenti della Regione”.
I quattro giorni non saranno consecutivi: si terranno, infatti, il 22 e il 29 novembre, il 6 e il 13 dicembre con l’astensione dal lavoro per l’intera giornata. Il 18 dicembre, invece, si terrà una manifestazione che alle 10 vedrà i lavoratori ritrovarsi di fronte Palazzo d’Orleans a piazza Indipendenza, a Palermo.
Alle iniziative aderisce anche la federazione dei funzionari regionali del Csa-Cisal. “Le richieste dei lavoratori sono sempre le stesse – hanno detto Lo Curto e Badagliacca – Il riconoscimento delle mansioni superiori, l’applicazione integrale del contratto e la riqualificazione del personale anche mediante l’utilizzo degli 8 milioni di euro rimasti nel Fondo per la contrattazione 2019. Già lo scorso 4 novembre il Siad-Cisal ha avviato le procedure di raffreddamento, contrariamente agli altri sindacati, ma niente è cambiato: adesso non possiamo fare altro che ricorrere allo sciopero. Ci auguriamo che adesso anche le altre sigle sindacali si uniscano alla protesta”.
Per la cronaca, il contratto collettivo per il personale non dirigenziale della Regione siciliana rinnovato lo scorso mese di maggio, ha previsto l’aumento delle retribuzioni a regime dal primo gennaio 2018: si parla del +3,48% in linea con i rinnovi contrattuali di tutto il pubblico impiego (Stato– Enti Locali – Sanità). L’aumento tabellare medio è di 73,12 euro lordi.
Ferme restando le richieste per una corretta applicazione del contratto ricordiamo che secondo la Ragioneria generale dello Stato nell’anno 2017 i dipendenti regionali hanno guadagnato in media 30.988 euro l’anno contro i 27.288 dei dipendenti delle Regioni a statuto ordinario e i 30.140 dei ministeriali.
Di produttività del personale della Regione si parla sempre troppo poco ma la consapevolezza è che mancano qualità dei servizi, competenza e produttività. Una fotografia già scattata in più occasioni anche dalla Corte dei Conti: l’età media avanzata, l’assenza del turn over, la carenza di profili professionali adeguati, le assunzioni avvenute senza criteri meritocratici, per non parlare degli squilibri abnormi nella distribuzione del personale negli uffici (tant’è che nel nuovo contratto sono stati inseriti incentivi alla mobilità proprio per sopperire alle carenze).
Tutte problematiche a cui l’assessore al ramo, Bernardette Grasso, ha cercato di ovviare attraverso la mappatura del personale, un primo passo verso il corretto impiego quali-quantitativo del personale. Ma i tempi per un’amministrazione totalmente efficiente si prospettano molto lunghi. Intanto, per l’assessore Grasso si prospetta una bella gatta da pelare.