Pezzi di Pizzo

I Sindaci chi sono costoro

Nel 1993 ci fu la grande novità dell’elezione diretta dei Sindaci, oggi sono passati 31 anni da quel momento di cambiamento, di disintermediazione dai partiti, di rapporto diretto con il territorio. Oggi nel contempo delle elezioni europee vanno al voto 29 capoluoghi di provincia, ma nessuno, quasi, sa chi siano, dei carneadi scelti, non si sa come, dai partiti.

Anche a sinistra è crollato il mito delle primarie. In quel lontano 1993, il tempo assume oggi una distanziazione siderale, ci furono sfide epocali, grandi personalità in campo, che poi hanno fatto storia. Da Rutelli a Roma a Bassolino a Napoli, ma poi Orlando, Bianco, Novelli, Cacciari, Formentini, e tanti altri. A Roma ci fu lo sdoganamento della destra, con Fini, e l’avvento di Berlusconi. Fu un periodo di grande personalizzazione, di responsabilità territoriale personificata da un corpo politico umano, il Sindaco eletto dal popolo e non più dai consigli, e quindi dai partiti.

Questo avvicinò la gente alla politica, e la fece diventare più basica, concreta, più vicina alle esigenze dei cittadini. E i primi sindaci eletti direttamente avevano personalità e rapporto autentico con la cittadinanza, a prescindere dai partiti. Erano, con frase fatta, ma tutto sommato vera, i sindaci di tutti e non di una parte, erano trasversali. Questa stagione di leaderismo locale aprì il leaderismo nazionale, anche se saltarono i collegamenti elettorali, perché i sistemi elettorali diventano difformi. I Sindaci di allora addirittura divennero scomodi per i partiti, dei cacicchi locali, a volte autoreferenziali. Oggi chi sono i candidati? Ci sono grandi personalità, conosciute alla maggioranza della popolazione?

Sembra siamo andati indietro, i candidati sono calati dall’alto e non dal basso, a volte misconosciuti ai più, con un collegamento con il territorio relativo. In maniera inversa sta emergendo, da anni, la voglia di eleggere il Premier direttamente. Sembra una marea che in controtendenza crea difformità di rapporto tra la periferia ed il centro del sistema istituzionale, senza un centro di gravità permanente come diceva Battiato.