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Identità di genere, scatta il divieto di pubblicità discriminatorie

E’ polemica, forse inutile, sulle affissioni discriminatorie. Con 190 voti favorevoli è stato approvato dal Senato il Dl Infrastrutture, che è diventato legge. Nel testo approvato, si legge anche del divieto su “qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto” sia discriminatorio con riferimento anche all’identità di genere. Tornano all’attenzione della politica, quindi, i temi discussi (non solo l’identità di genere ma anche la teoria gender e l’ideologia Lgbt), all’interno del martoriato iter legislativo del Ddl Zan, nei giorni scorsi affossato in Senato.

Le associazioni pro vita e pro famiglia arrabbiate, “un Ddl Zan Mascherato”

“Da oggi associazioni pro vita e pro famiglia come la nostra avranno sulla loro testa la scure della censura e del bavaglio sui temi quali il gender, l’ideologia Lgbt e l’identità di genere. La discriminazione voluta dal Ddl Zan alla fine è diventata realtà, semplicemente sotto falso nome”. E’ il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, sul voto di fiducia che il governo ha posto, e ottenuto, sul dl Infrastrutture, che vieta “qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto” sia discriminatorio con riferimento anche all’identità di genere.

Il commento dal presidente di Aricgay Catania, Armando Caravini

“Ma quale Ddl Zan mascherato, magari fosse così. Dopo la fine delle legge contro l’omolesbotransfobia, ci ritroviamo a parlare di identità di genere – dichiara Amrando Caravini, presidente Arcigay Catania-. Uno dei temi più discussi attorno all’iter legislativo del Ddl Zan affossato da Italia Viva e dalla Destra che oggi hanno firmano un emendamento, in cui si ammette l’esistenza dell’identità di genere. E non solo, viene pure tutelata, solo attraverso il divieto di affissioni. E’ l’ennesimo schiaffo ricevuto dalla Politica. Ed è solo la dimostrazione di rivendicare la non approvazione del Ddl Zan”.

il direttivo Arcigay Catania con al centro Armando Caravini

E riguardo alle associazioni pro vita e pro famiglia che si sentono “imbavagliate” il presidente di Arcigay Catania risponde, “Per queste associazioni, questi temi, sono il loro pane quotidiano. La loro propaganda, fatti di cartelloni e di pubblicità fatti girare sui camion in lungo e in largo per tutta Italia. Tutto si basava su attacchi violenti alla comunità Lgbt, e per altri temi quali l’aborto, l’utero in affitto, le adozioni da parte di coppie omosessuali. E’ finito il tempo della loro propaganda falsa e violenta”.

Marco Panasia