Dalla parte dei cittadini

Il balcone e la veranda

Un tempo i balconi all’interno di un edificio venivano utilizzati soprattutto per stendere la biancheria ma anche per coltivare i fiori dentro i vasi. Ora è invece invalso l’uso di utilizzare detto spazio come area edificabile, collocando su di esso una veranda che, a volte, è in muratura mentre altre volte è in materiale metallico.

Chi realizza la veranda è convinto che tutto ciò sia regolare oltre che possibile dal punto di vista amministrativo ed anche penale, mentre non lo è.

Infatti, la realizzazione di una veranda sul balcone – comportando nuovi volumi di spazi coperti nonché la modifica estetica e la sagoma dell’edificio – necessità amministrativamente del “permesso di costruire”, che va richiesto al Comune prima d’iniziare i lavori.

Ne consegue, che la realizzazione di una veranda sul balcone, avvenuta senza l’idoneo titolo autorizzativo del Comune – previo il pagamento dell’imposta sui metri quadrati dell’area occupata – è da considerare abusiva per cui, come tale andrebbe demolita. In alternativa, però, è possibile sanare l’illecito ai sensi degli artt. 36 e 37 del dpr n.380/2001.

Infatti, in presenza d’interventi realizzati abusivamente, il responsabile dell’abuso o l’attuale proprietario dell’immobile, possono ottenere il titolo abilitativo a “costruire in sanatoria”, quando il detto intervento risulta conforme alla disciplina urbanistica ed all’edilizia vigente nel momento in cui l’opera è stata realizzata, ma anche al momento della presentazione dell’istanza.