Pezzi di Pizzo

Il buio oltre la siepe

Molti, i più anziani, si ricordano l’avvocato magistralmente interpretato da un elegante Gregory Peck. Ma il vero protagonista del libro di Harper Lee è l’uomo di colore, brutto, sporco e cattivo accusato dalla comunità bianca di cose indicibili.

Il vertice del centrodestra a Palermo dell’altro giorno mi ha fatto pensare al romanzo di Harper Lee, con al posto dell’afroamericano, un Totò Cuffaro che certo non è biondo e con gli occhi azzurri.

Cuffaro e la sua creatura democristiana sono stati esclusi dal centrodestra che ha deciso di candidarsi per il dopo Orlando. È stato escluso per volontà di vecchi compagni di viaggio che, quando lui era potente, andavano a chiedergli consenso e sostegno.

Quale potrebbe essere la scusa? La concorrenza che Cuffaro gli fa nel campo moderato? La possibilità che un centrosinistra sfatto ed in crisi possa trovare vigore in tesi antimafiose di facciata?

Per chi ne capisce di politica sembra più verosimile la prima.

Una conventio ad excludendum in cui il motto è meglio pochi ma gestibili.

Gestibili per cosa? Quale è il progetto del centrodestra per Palermo? A parte essere contro Orlando. Forse.

Quello che latita ad oggi è l’analisi dell’orlandismo, di come è stata gestita questa città, di quale modello è invece da contrapporre. La proposta del centrodestra è sostituiamo Orlando. Con chi, per quale direzione di marcia, quali progetti, quali strumenti non è dato sapere.

Bocche cucite e poche idee. Nomi non ne parliamo perché è divisivo.

Sembra che la famosa quadra dipenda da altro. Da scelte romane? Forse.

Molto più probabilmente dalle scelte sulla Regione, in cui la città di Palermo diventa una camera di compensazione politica.

E i cittadini di Palermo che ruolo hanno?

Anche loro trattati come l’uomo di colore che assomiglia a Cuffaro?

Forse.

Giovanni Pizzo