Pezzi di Pizzo

Il capro espiatorio

È già chiaro chi sarà il capro espiatorio di questo scandalo del Bosniagate, che riguarda le truffe delle false lauree a ragazzi e famiglie. Sarà lui, Totò Messina, il rettore del Jean Monnet, dipartimento convenzionato con l’università di Goradze in Bosnia Erzegovina, una faccia paradigmatica, un CV da soldi alle Bahamas.

Anche il nome, Salvatore, ma conosciuto come Totò, come un altro Totò, che ha fatto il capro espiatorio della politica, pagando per tutti gli altri.

Perché anche qui ci sono degli altri, più furbi, potenti, rispettabili, autorevoli, che proprio con la loro autorevolezza formale da dotti, medici e sapienti, per dirla alla Bennato, fornivano al prof. Messina le credenziali per abbindolare tanti studenti, fargli scavallare i numeri chiusi, ed arrivare alla agognata iscrizione ad un corso di laurea sanitaria.

“Mio figlio sarà Dottore, in camice bianco!” avranno detto le mamme ai parenti e conoscenti, un medico in famiglia ci vuole, è segno di prestigio, ed è una carriera sicura, soprattutto nel Paese più vecchio del mondo. Illusioni infrante dopo migliaia di euro spesi, spariti tra conti esteri con domiciliazioni compiacenti.

Totò Messina è indagato, e tutti ora ce l’hanno con lui, lo accusano o ne prendono le distanze imbarazzati, dopo foto opportunity e tartine mangiate, non solo quelle supponiamo, insieme. Anche i suoi complici, espliciti o impliciti, sperano che sia imputato e condannato velocemente a portare la croce di questa vicenda, che ci rende come i Miserables di Victor Hugo.

Totò Messina non è certo il Simone di Cirene, ma è lui, sperano, solo lui, che deve portare in silenzio, auspicano, la croce della pubblica condanna, senza parti civili, non c’è niente di civile in questa storia. Totò Messina è il colpevole, loro, gli altri, i registi, i famosi complici, non devono, non possono essere toccati, basti il capro espiatorio alla pubblica opinione e avanti un altro Messina a fare girare la ruota delle prebende, delle consulenze, delle docenze di un sapere indecente.