Università Jean Monnet, le lauree false e lo scandalo Bosniagate

Lauree “fantasma”, dalla Bosnia a Palermo: dietro lo scandalo dell’università Jean Monnet

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Lauree “fantasma”, dalla Bosnia a Palermo: dietro lo scandalo dell’università Jean Monnet

Redazione  |
martedì 05 Marzo 2024

Lauree a costi esorbitanti ma non riconosciute: ecco i dettagli dello scandalo ribattezzato "Bosniagate".

Lauree e titoli di studio in professioni sanitarie e medicina non riconosciute: uno scandalo che ha coinvolto l’università online “Dipartimento tecnico-scientifico di studi europei Jean Monnet” e sul quale la Procura di Palermo ha avviato un’indagine.

Alcuni studenti avrebbero presentato una denuncia alla Guardia di Finanza.

L’Università Jean Monnet e l’indagine

La storia è emersa grazie a un’inchiesta della giornalista Giada Lo Porto de “La Repubblica”. Secondo una prima ricostruzione, il Dipartimento – che fino a ora avrebbe lavorato in convenzione con l’università di Gorazde (in Bosnia-Erzegovina) – non sarebbe riconosciuto in Italia, in quanto non accreditato dal Miur (Ministero dell’Istruzione e del Merito). Ciò nonostante, l’ente avrebbe concesso titoli di studio e lauree che “non hanno alcun valore né ai fini accademici né ai fini professionali”.

In seguito alla denuncia di alcuni studenti, che ritengono di aver subìto una truffa, la Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta.

Il Dipartimento

Nell’anno 2022-2023 gli iscritti erano circa 250. Gli studenti pagavano l’università online “Dipartimento tecnico-scientifico di studi europei Jean Monnet” per ottenere una laurea in Medicina o in Professioni Sanitarie senza dover passare dai corsi universitari pubblici a numero chiuso e pagando cifre che andavano dai 6mila ai 20mila euro per ogni anno di corso. Pare che i corsi prevedessero sia lezioni teoriche online che tirocini in ospedali pubblici e cliniche convenzionate in Sicilia (e non solo). Nell’elenco della sedicente università vi sarebbero enti come le Asp di Palermo, Caltanissetta, Agrigento e Trapani, l’ospedale Buccheri La Ferla, il Civico, il Giglio di Cefalù, il Cannizzaro di Catania e note cliniche siciliane.

Anche tra i docenti del Jean Monnet figurano nomi di tutto rispetto, come l’ex direttore dell’azienda Villa Sofia – Cervello Salvatore Di Rosa o il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo.

La posizione del “rettore per le attività internazionali”

L’inchiesta dello scorso 22 febbraio conteneva un’intervista a Salvatore Messina, docente con il doppio ruolo di “rettore per le attività internazionali dell’università di Gorazde e di “presidente del comitato tecnico-scientifico” del dipartimento Jean Monnet. In passato il docente era stato implicato – ma poi assolto – in un processo per truffa sui corsi finanziati dall’Ue.

Secondo il docente, le lauree non avrebbero ottenuto il riconoscimento perché “l’ambasciata italiana a Sarajevo, quando i laureati hanno presentato questo titolo, ha individuato delle inesattezze”. Sull’accreditamento, Messina specifica: “Il 9 settembre 2023 l’autorità bosniaca ha ritirato l’accreditamento all’università di Gorazde. Da quel momento in poi non possono essere rilasciati titoli di laurea validi a livello internazionale”.

Bosniagate, i fondi versati all’università e al dipartimento Jean Monnet

In un secondo capitolo dell’inchiesta, pubblicato nelle scorse ore, emerge il coinvolgimento nella vicenda dell’avvocato Giuseppe Pinelli, socio dello studio “Pinelli – Schifani” (in cui opera anche Roberto Schifani, figlio del governatore regionale). I fondi degli studenti presumibilmente vittime della truffa del Dipartimento Jean Monnet, infatti, sarebbero arrivati anche sul conto corrente della Fact Education & Research, società di Londra amministrata dall’avvocato Pinelli.

“Io sono solo un amministratore fiduciario per conto di Salvatore Messina”, sostiene, prendendo di fatto le distanze dalla gestione dei fondi sottratti agli studenti per le presunte “lauree fantasma”. Ci sarebbe poi un’altra società coinvolta, la Next education management services, che farebbe capo ai figli di Messina e avrebbe la sede legale nello stesso immobile di uno degli studi “Pinelli – Schifani”. Lo studio legale, però, nega di essersi mai occupato delle polizze assicurative per i tirocini del Dipartimento Jean Monnet.

La nota del M5S

Sullo scandalo che ha interessato l’università online “Dipartimento tecnico-scientifico di studi europei Jean Monnet” è intervenuto il Movimento 5 Stelle.

“Apprendiamo dal quotidiano La Repubblica che numerose strutture sanitarie regionali sarebbero state convenzionate con il dipartimento Jean Monnet collegato con l’università bosniaca di Gorazde, che avrebbe rilasciato lauree ‘carta straccia‘, perché – a quanto pare – non autorizzato dal Mur. Ho chiesto pertanto al presidente della commissione salute Giuseppe Laccoto di convocare in audizione l’assessore alla Salute Giovanna Volo. Vorremmo capire quante strutture che dipendono dal suo assessorato avrebbero aperto le porte a numerosi tirocinanti provenienti dal Jean Monnet e come questo sia potuto accadere, visto che, come riportato dal quotidiano, non sembrerebbero esistere le condizioni per farlo”, ha affermato il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.

Il pentastellato nei prossimi giorni chiederà all’Assessorato competente le carte per verificare l’entità del fenomeno. “Se la politica – continua Antonio De Luca – si occupasse più di fare funzionare bene la sanità, piuttosto che di come fare a spartirsela e a lottizzarla vergognosamente come sta avvenendo per le nomine dei manager, probabilmente episodi come questo difficilmente sfuggirebbero al controllo di chi è chiamato a decidere e a verificare”.

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