TAORMINA (ME) – Nel momento storico forse più difficile per la propria economia e per i propri conti, l’Amministrazione comunale tenta di ricorrere con fiducia alle straordinarie risorse messe in campo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnnr), adesso in fase di definizione.
Mentre infatti si attende l’ultimo pronunciamento della Corte dei Conti sul Piano di riequilibrio del Comune, il sindaco della Perla, Mario Bolognari, nei giorni scorsi ha lanciato un appello che ha trovato il consenso di ben settanta sindaci della provincia di Messina, affinché il Governo consenta ai Comuni di risolvere i problemi relativi al forte deficit di “risorse umane e professionali” che si riscontra in tutti gli Enti municipali.
La richiesta fatta, in particolare, è quella di eliminare i vincoli normativi che non permettono attualmente ai Comuni di fare nuove assunzioni, ma allo stesso tempo anche di investire nella formazione e nell’aggiornamento degli organici esistenti. Secondo i sindaci capeggiati da Bolognari insomma, queste azioni vengono ritenute di fondamentale importanza in questa fase preliminare alla gestione dei fondi che verranno messi in campo dal Pnnr. Questo il messaggio che si vuol far passare: inutile chiedere o ottenere più soldi, se poi gli uffici comunali e il personale che li occupa non saranno in grado di accedervi, presentare i progetti o seguire le procedure di affidamento.
Un messaggio chiaro, contenuto in questo documento sottoscritto e inviato a Palazzo Chigi, con in testa il Comune di Taormina che conosce bene i problemi di sotto organico, cui cerca di porre rimedio ormai da diversi anni. A Palazzo dei Giurati infatti, con 39 dipendenti andati in pensione dal 2016 a oggi, non è stato più possibile assumere a causa di una serie di vincoli e parametri imposti anche e soprattutto dallo stato dei bilanci, portando l’ente a registrare oggi una mancanza di ben 51 impiegati rispetto a quella che dovrebbe essere l’organico comunale previsto dalla pianta organica. Diverse sono state le istanze di deroga inviate al ministero dell’Interno, ma la città del Centauro deve fare i conti con uno stato di pre-dissesto economico che la costringe, dal 2018, a dover seguire le restrizioni di un Piano di riequilibrio finanziario, studiato per ripianare 18,4 milioni di euro di debiti fuori bilancio nell’arco di vent’anni. Situazione che ha costretto l’ente a una fase di stallo anche in attesa del pronunciamento definitivo da parte della Corte dei Conti sezione Sicilia, che dovrà quanto prima affermare se il Piano, così come formulato tre anni addietro dalla precedente amministrazione, sia sostenibile, oppure se il destino di Taormina sarà quello del dissesto finanziario e del commissariamento.
Lo scorso dicembre i giudici contabili avevano chiesto una serie di chiarimenti al Comune, per tentare di colmare alcune lacune che erano state evidenziate nel documento. La speranza è che si possa ottenere il via libera in modo da iniziare a seguire gli impegni previsti dal Piano per l’azzeramento dei debiti, ma anche per poter ulteriormente avanzare al Ministero la prioritaria necessità di assumere i dipendenti mancanti.
Taormina ha urgente bisogno soprattutto di vigili urbani, avendone attualmente soltanto sei in servizio. L’ultimo Piano triennale delle assunzioni prevede infatti, l’inserimento entro quest’anno di altri sei istruttori di vigilanza e di un dirigente amministrativo, tramite bando di concorso. Mentre altri 25 Lsu, già in servizio presso l’ente, dovrebbero essere stabilizzati per coprire i posti di 14 istruttori amministrativi e di undici esecutori amministrativi. Un nuovo dirigente contabile inoltre, verrà rintracciato dalle graduatorie di mobilità, per finire poi il prossimo anno con l’assunzione di altri otto dipendenti (di cui cinque vigili urbani) tramite nuove procedure di concorso.
Twitter: @MassimoMobilia