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Il Don Matteo di Pachino che grazie alle offerte ha realizzato una casa-famiglia per disabili

ROMA – Annunciatori del Vangelo in parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anti-crisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, i sacerdoti si affidano alla comunità per essere liberi di servire tutti. “Aiutare in maniera concreta i nostri sacerdoti credo sia un dovere di tutti noi che ne apprezziamo la missione e l’operato. Ogni offerta, anche di minimo importo, sostiene un sacerdote e gli dà energia per continuare a svolgere la sua missione e aiutare i più poveri. Se crediamo nei sacerdoti, spetta a noi, in prima persona, sostenerli”, spiega il responsabile del Servizio promozione sostegno economico alla Chiesa cattolica, Matteo Calabresi.

Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le offerte sono uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei circa 34.000 sacerdoti diocesani. Infatti da oltre 30 anni i sacerdoti non ricevono più uno stipendio dallo Stato, la congrua, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso queste Offerte.

La storia di Don Matteo
Da tre anni è in vigore la prima legge a tutela dei cittadini con disabilità grave, privi di sostegno parentale. Da allora sempre più parroci, raggiunti dalle offerte, hanno dato vita per tanti ad alloggi, piani di inclusione e di lavoro. Come Don Matteo Buggea che, insieme ai diaconi permanenti ed ai tanti volontari coinvolti, ha favorito la realizzazione, all’interno della parrocchia del Sacro Cuore a Pachino, della Casa-famiglia per disabili adulti Dopo di noi con 7 posti al primo piano. È un progetto che completa il Centro diurno per diversamente abili, nato nel 1987, che offre ai più fragili la possibilità di uscire dalle mura domestiche e vivere esperienze significative, orientate a favorire inclusione sociale e autonomia.

Grazie alla generosità di decine di volontari, professionisti, assistenti sociali, psicologi, un autista, una cuoca e alla grinta di due parroci, don Vincenzo Rametta e oggi don Matteo Buggea, la parrocchia ha finalmente compiuto il passo più atteso, quello del ‘mai più soli’: alle attività del Centro diurno si aggiunge la nuova Casa per i portatori di handicap con genitori in età avanzata o non più in vita.

È una storia nel segno della Provvidenza sostenuta dall’impegno e dalla sensibilità di don Matteo Buggea, classe 1970, non vedente. Entrato in seminario a 29 anni, dopo essersi laureato in Pedagogia e Scienze religiose, è diventato sacerdote a 34 anni. Arrivato a Pachino nel 2011, è parroco e assistente nazionale del Mac (Movimento apostolico Ciechi). “Il Centro diurno funziona dal 2000 nei locali parrocchiali grazie alla gara di solidarietà dei pachinesi, compresi i nostri emigrati a Toronto, in Canada. Poi dalla diocesi sono arrivati fondi 8xmille – ricorda don Matteo – è il simbolo della carità nel nostro territorio. Oggi l’abbiamo attrezzato anche per l’integrazione occupazionale, con i laboratori di ceramica e quelli di trasformazione dei prodotti tipici locali. I nostri concittadini diversamente abili sono inseriti pienamente anche nella liturgia, con una Messa animata da loro ogni mercoledì mattina. E ora il Dopo di Noi rende più lungimirante questo spazio di assistenza permanente e amicizia. Ogni persona accolta conterà su un amministratore di sostegno”.

Le Offerte per i sacerdoti
La “missione” di sacerdoti come don Matteo è resa possibile anche grazie alle Offerte per i sacerdoti, diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, perché espressamente destinate al sostentamento dei preti diocesani. Nel 2018 sono state raccolte 98.927 Offerte, per un totale di 8.801.301,17 euro. Queste concorrono a rendere possibile la remunerazione mensile dei 30.985 sacerdoti secolari e religiosi a servizio delle 224 diocesi italiane e dei 2.956 sacerdoti che, per ragioni di età o di salute, sono in previdenza integrativa. Sono sostenuti così anche circa 400 sacerdoti impegnati nelle missioni nei Paesi in via di sviluppo come fidei donum. Il contributo è deducibile fino ad un massimo di 1.032,91 euro l’anno.