In occasione di questo 25 aprile il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla festa della liberazione a Civitella Val di Chiana ribadendo dei concetti chiave per cui risulta necessario non dimenticare quello che fu uno dei periodi più bui nella storia del nostro Paese: “Intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”.
Il presidente Mattarella successivamente ha anche citato le parole pronunciate da Aldo Moro nel 1975, durante la celebrazione della festa della liberazione a Civitella Val di Chiana. “Essere pietosi verso altri esseri umani era di per sé una manifestazione di antifascismo e di resistenza, quale che ne fosse l’ispirazione, laica o religiosa. Il fascismo aveva insita la ideologia della violenza, la pietà non era prevista”.
“A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della Resistenza fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero e il mondo fosse finalmente contrassegnato dalla pace, dalla libertà, dalla giustizia. Oggi, in un tempo di grande preoccupazione, segnato, in Europa e ai suoi confini, da aggressioni, guerre e violenze, confidiamo in quella speranza», ha affermato Mattarella.
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