Inchiesta

Il rigassificatore in Sicilia bloccato da 17 anni. Da noi si dorme, l’Emilia-Romagna… corre

Diciassette anni di “storia”. Diciassette anni di pareri, autorizzazioni, ricorsi e contro ricorsi. Diciassette anni in cui nemmeno una pietra è stata posata. Stiamo parlando del progetto di Enel per la costruzione di un rigassificatore a Porto Empedocle. Infrastruttura tornata d’attualità, dopo essere caduta per anni nel dimenticatoio, a causa della necessità di importare gas che non sia russo e che quindi non può arrivare in Italia tramite i gasdotti ma in forma liquida con le navi.

“Attrezzare la Sicilia a ricevere navi gasiere e dare flessibilità di fornitura di gas” grazie alla “ripresa di un investimento che era purtroppo stato messo in naftalina sette anni fa da parte dei governi precedenti per la rigassificazione a Porto Empedocle”.

Circa un mese fa, il numero uno di Enel Francesco Starace aveva aperto alla possibilità di ridare vita al progetto dell’impianto che riuscirebbe a trattare oltre otto miliardi di metri cubi di gas l’anno. Ma queste dichiarazioni – unite a quelle rilasciate dalla viceministra Todde al Corriere della Sera lo scorso 3 maggio: “la linea del Governo è quella di avere più capacità di rigassificazione… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI

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