Nelle giornate del 31 agosto e 1 settembre, la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha posto in stato di fermo 3 cittadini egiziani accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Si tratta di:
L’episodio che ha portato all’odierno provvedimento è l’arrivo al porto di Catania, nel pomeriggio del 31 agosto, di 285 migranti, orientali e di nazionalità prevalentemente egiziana. I migranti erano stati soccorsi la sera precedente, a circa 15 miglia dalle coste antistanti Bovalino (RC), dalla nave “Cinus” della Guardia di Finanza e da un pattugliatore di Frontex mentre si trovavano su un peschereccio lasciato andare alla deriva.
Erano tutti stipati assieme ad altri. Un totale di 500 migranti, parte dei quali successivamente fatti sbarcare al porto di Messina.
Le indagini avviate – sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania – dalla Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione della Squadra Mobile hanno consentito di individuare in tre egiziani i presunti responsabili del governo dell’imbarcazione in legno e ferro, a bordo della quale erano stati stipati, su tre distinti livelli, 500 migranti di varie nazionalità. Tra loro anche siriani e pakistani.
Dalle dichiarazioni rese da alcuni testimoni è stato possibile ricostruire i ruoli asseritamente ricoperti da ciascuno dei soggetti fermati. Asaqua avrebbe rivestito la figura di comandante del peschereccio e avrebbe utilizzato un grosso coltello, “che brandiva ogni qualvolta controllava noi migranti e mantenere l’ordine”; Darwish si occupava della sorveglianza dei migranti sul peschereccio, durante la fase di navigazione; Mostafa, oltre al ruolo di sorvegliante, avrebbe ricoperto anche quello di motorista.
Dagli approfondimenti, inoltre, è risultato che Asaqua aveva già commesso lo stesso reato. Si tratta, quindi, di un “esperto nel favorire l’immigrazione clandestina”. Il 15 giugno 2014 lo aveva fermato anche la Squadra Mobile di Reggio Calabria – assieme ad altri soggetti – con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per avere condotto un peschereccio proveniente dall’Egitto con a bordo 283 cittadini extracomunitari, poi lasciato andare alla deriva.
Dalle dichiarazioni rese dai migranti è emerso, altresì, che la somma pretesa dai trafficanti per l’ammissione alla traversata via mare è stata in media di 5.000 euro; che il viaggio dei migranti a bordo del peschereccio era durato 4 giorni e che durante la traversata ai migranti non si era esitato a fare ricorso alla violenza, distribuendo ai migranti cibo e acqua in misura ridotta.
“Veniva somministrato un solo pasto al giorno – che consisteva in della marmellata, del pane e dell’acqua – e per qualsiasi richiesta ci picchiavano con dei bastoni”. Dopo le formalità di rito, i presunti scafisti fermati sono stati associati al carcere di Catania “Piazza Lanza” e a quello di Enna.
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