Contrasta l’abusivismo edilizio, concedi un nuovo condono. A mettere in fila gli ultimi accadimenti sul fronte urbanistico in Sicilia, viene in mente la scena cult del film Karate Kid, in cui il giovane protagonista inizia il proprio percorso di apprendimento iniziando con il lavare le auto del maestro Miyagi. “Dai la cera, togli la cera”, è il primo insegnamento. Alla Regione Siciliana, le cose non sembrano andare diversamente: mentre l’estate è stata segnata da due nuove proposte – entrambe provenienti da Fratelli d’Italia – per favorire le condizioni per sanare gli immobili costruiti senza tenere conto delle leggi, il dipartimento regionale all’Urbanistica ha nei giorni scorsi approvato la graduatoria dei Comuni che beneficeranno del nuovo fondo di rotazione messo a disposizione per gli interventi di demolizione e ripristino dei luoghi. Dando priorità ai progetti riguardanti aree demaniali e sottoposti a rischio idrogeologico e sismico.
Nei giorni scorsi, il dipartimento guidato dal dirigente generale Rino Beringheli ha ufficializzato l’elenco degli enti locali che avranno accesso ai fondi stanziati con la finanziaria di quest’anno: a Randazzo oltre 35mila euro per due demolizioni, a Castelbuono andranno poco meno di 21mila euro, a Terrasini oltre 68mila, mentre Venetico riceverà 225mila euro nell’ambito di due differenti interventi.
“Si tratta di una misura in vigore da tre anni, introdotta con la legge finanziaria del 2021 che ha previsto l’istituzione di un fondo da 500mila euro – spiega il dirigente Beringheli al QdS – Nei due anni successivi, l’ammontare delle risorse è stato raddoppiato e il fondo è così passato a un milione di euro per anno”. Le somme che vengono erogate sono anticipazioni senza interessi che i Comuni sono chiamati a restituire entro sette anni. In sostanza, si dà la possibilità agli enti locali di intervenire davanti all’inerzia dei proprietari degli immobili, a cui spetta il costo della demolizione, per poi rivalersi su questi ultimi. A fine settembre, il dipartimento ha pubblicato anche la graduatoria per l’anno 2021; i beneficiari in questo caso sono i centri di Acireale (quasi 190mila euro), Termini Imerese (oltre 90mila euro per due interventi), Ficarazzi (oltre 76mila euro), Bagheria oltre 54mila euro) e Misiliscemi (oltre 89mila euro). “In questo caso, il ritardo nelle erogazioni è stato legato a problemi di bilancio ma si è trattato di un caso. Già l’anno scorso, infatti, abbiamo stanziato puntualmente le risorse, finanziando 19 progetti per un totale di 987mila euro”, sottolinea Beringheli.
L’istituzione del fondo di rotazione risale alla legge 9 del 2021, ovvero la finanziaria. A spingere per l’introduzione dell’articolo 71 fu all’epoca il Movimento 5 Stelle e in particolare il deputato Giampiero Trizzino, che, conclusi i dieci anni all’Ars, oggi continua a collaborare con i cinquestelle nelle vesti di consulente sulle tematiche ambientali. “Il fondo di rotazione per le demolizioni è una norma che ho fortemente voluto e che rappresenta un segnale importante contro gli abusi edilizi e a favore del ripristino del territorio dichiara al QdS Trizzino – In un periodo in cui la classe dirigente siciliana al governo torna a rilanciare condoni edilizi, questo fondo dimostra che esiste ancora una parte della politica che si batte a difesa del paesaggio.”
La legge 9/2021 ha previsto anche l’istituzione di un secondo fondo di rotazione per la redazione degli strumenti territoriali e urbanistici. L’obiettivo era quello di aiutare finanziariamente i Comuni nell’affidamento di incarichi per l’ideazione di piani urbanistici. “Nel 2021 abbiamo finanziato nove progetti – spiega il dirigente Beringheli – Negli anni successivi non abbiamo replicato gli stanziamenti perché il fondo non è stato rinnovato con le nuove leggi finanziarie”.
Sul fronte strettamente politico, il tema urbanistico è al centro di un disegno di legge di iniziativa governativa presentato nei mesi scorsi all’Assemblea regionale siciliana. La proposta è finita all’attenzione degli organi di stampa e nel mirino delle opposizioni per due emendamenti presentati dal deputato Giorgio Assenza, esponente di Fratelli d’Italia. In un caso si tratta della possibilità di riaprire il condono edilizio per gli immobili realizzati entro i 150 metri dalla battigia tra il 1978 e il 1985, tramite un’interpretazione autentica della sanatoria concessa del 1986 che secondo i proponenti consentirebbe di sbloccare le pratiche per circa 200mila immobili. Un’idea che ha suscitato le proteste non solo degli ambientalisti, che temono che vengano compiuti passi indietro rispetto ai temi del rispetto del paesaggio, ma anche di quei sindaci che, consapevoli di mettere a rischio il proprio consenso tra gli elettori, hanno comunque intrapreso battaglie contro gli abusivi e a difesa dell’interesse della collettività.
Il secondo emendamento presentato da Assenza riguarda invece la cosiddetta sanatoria giurisprudenziale, ovvero la possibilità di modificare le previsioni contenute dalla legge 380 del 2001, che in materia di sanatoria richiede che l’immobile sia coerente con quanto previsto tanto dalle norme in vigore al momento della presentazione dell’istanza quanto con quelle che non furono rispettate nel momento in cui l’abuso edilizio venne commesso. Tale principio, conosciuto come meccanismo della doppia conformità, al momento è già al centro di una proposta presentata a livello nazionale dalla maggioranza di centrodestra e, nello specifico, dalla Lega.
Il disegno di legge regionale, comprensivo dei due discussi emendamenti, quest’oggi sarà all’esame della commissione Ambiente all’Ars.