ROMA – La fase post-emergenziale si sta palesando in tutta la sua drammaticità. La crisi morde e impone una doverosa riflessione sul divario tra Nord e Sud perché la consapevolezza è che colmare questo gap significa imprimere la giusta svolta all’intero Paese. La sensazione è che il dibattito sulla famigerata questione meridionale vada affrontato una volta per tutte in modo concreto.
“Tra Nord e Sud deve aprirsi una sana competizione sulla produzione e la crescita – dichiara in una nota il presidente nazionale della Fapi (Federazione autonoma piccole imprese), Gino Sciotto – . Il Paese deve uniformarsi sul piano economico, consentendo a tutti i territori di avere le stesse possibilità di sviluppo. L’impresa con sede a Milano deve godere delle stesse opportunità di quella con sede a Palermo”, chiosa Sciotto.
“È necessario consentire al Mezzogiorno un recupero dei ritardi – aggiunge il leader della Fapi – per questo servono investimenti sulle infrastrutture e le reti, oltre a provvedimenti di fiscalità di vantaggio per contenere i numeri della disoccupazione. Per competere in Europa, l’Italia deve colmare lo squilibrio tra una parte del Paese più dinamica e l’altra che arranca economicamente”, conclude Sciotto.
Dello stesso avviso anche Luigi Barone, presidente del Consorzio Asi della Provincia di Benevento e consigliere delegato della Ficei per le politiche del Mezzogiorno: “Incentivare investimenti al Sud non farebbe altro che giovare all’intera Nazione. Non si può lasciare un territorio prezioso come il nostro totalmente da solo. Abbiamo strutture, terreni che non ci sono in nessun altra zona d’Italia, ma se non si crea la possibilità di far crescere il Sud, l’economia di tutto il Paese ne risentirà. Non dovrebbe esserci divario tra Nord e Sud, il Paese dovrebbe avere le stesse possibilità al di là della posizione geografica. Auspico quanto prima si faccia qualcosa di concreto, le basi ci sono, ora basta solo metterle in pratica”.
Secondo Daniela Santanché, senatrice di Fratelli d’Italia, la fiscalità di vantaggio per il Sud deve diventare “strutturale: “Questa emergenza sanitaria – ha detto Santanché – ha fatto emergere un problema che tutti conosciamo molto bene, il divario tra Nord e Sud. è necessario che la fiscalità di vantaggio per il Sud è necessario, ma non deve essere un fattore eccezionale, deve essere reso permanente. Questo divario è diventato inaccettabile, bisogna agevolare gli investimenti al Sud, soprattutto per l’economia del Paese, non possiamo lasciare nessuno indietro, soprattutto un territorio con immense risorse come il nostro meridione, che purtroppo viene abbandonato e non viene valorizzato da una Maggioranza che pensa solo ai propri interessi”.
Dopo le imprese e la politica, anche le Regioni rivendicano un ruolo da protagonista nel rilancio del Sud. Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni immagina una ripresa che “dopo i bonus, metta in campo un progetto, abbiamo bisogno di far ripartire il Paese”.
“Dobbiamo evitare contrapposizioni – ha spiegato il governatore dell’Emilia Romagna -, è giusto che ci siano tutti gli strumenti per dare una spinta al Mezzogiorno per colmare il divario, ma dico che se si ferma la parte che produce più della metà del Pil dell’Italia si ferma il Paese. Qui abbiamo bisogno di investimenti, Recovery fund sarà una grande opportunità, pretendiamo come Regioni di costruire e programmare insieme il Recovery plan, oltre 200 miliardi di euro, una somma mai vista né sentita, una occasione che non va sprecata e va messa a terra”.
Twitter: @PatriziaPenna