PALERMO – Il secondo trimestre dell’anno in corso per le imprese chiude con il segno positivo: infatti, in Italia a fronte di 62.923 richieste di cessazione, sono state 92.150 le nuove iscrizioni che, pertanto, hanno determinato un saldo positivo pari a +29.227 unità. Secondo le elaborazioni condotte da Unioncamere, in Sicilia si osserva uno dei saldi maggiormente elevati a livello nazionale, esattamente il quinto, pari a +2.064 imprese (sono state 6.836 le iscrizioni, contro le 4.772 cessazioni). Valori superiori si osservano in Lombardia (+5.014), Marche (+3.956), Campania (+3.258) e Puglia (+2.243).
Di contro, la Sicilia (-97) è una delle poche regioni italiane a registrare un saldo negativo di imprese artigiane, insieme a Liguria (-49) e Abruzzo (-27). In termini assoluti, al 30 giugno 2019 in Sicilia risultano iscritte complessivamente 466.424 imprese, pari al 7,6% degli oltre sei milioni di imprese presenti in tale data. Anche in questo caso, ci troviamo al quinto posto in Italia, superate ancora una volta da Lombardia (960.305) e Campania (594.718) e poi da Veneto (483.761) e Lazio (660.308).
Ad ogni modo, occorre precisare che, nonostante ci troviamo di fronte ad un saldo positivo, si tratta di uno tra i meno brillanti dell’ultimo decennio, più basso rispetto a quello relativo allo stesso periodo dell’anno precedente di quasi duemila unità. Nel Mezzogiorno si registrano sia il saldo maggiore in termini assoluti (+10.677 imprese, pari al 36,5% del saldo complessivo) sia l’incremento relativo più elevato (+0,52%).
A livello provinciale, tra le prime trenta province italiane con il maggiore tasso di crescita trimestrale, troviamo ben tre siciliane: la ventesima Palermo con un saldo pari a 556 (+0,57% rispetto a fine marzo 2019), Siracusa ventitreesima con un saldo pari a 218 (+0,56%) e Agrigento trentesima con un saldo anche stavolta pari a 218 (+0,54%), in tutti i casi superiore al +0,48% mediamente osservato a livello nazionale. Mentre tra le ultime trenta province troviamo Caltanissetta (+0,12%) e Catania (+0,33%).
Relativamente ai settori di attività, tutti gli ambiti hanno messo a segno saldi positivi nel trimestre. Meglio degli altri, in termini assoluti, ha fatto il settore degli alberghi e ristoranti, uno tra i più rilevanti per numero di realtà esistenti, con 5.284 imprese in più, accompagnato da altri due grandi comparti: ovvero, quello delle costruzioni (+4.518 unità) e del commercio (+3.377). Bene anche il settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+2.959) e quello dei servizi alle imprese come noleggio e agenzie di viaggio con +2.693 unità. In termini relativi, le performance migliori vengono dai settori legati ai servizi: +1,4% le attività professionali scientifiche e tecniche, +1,3% le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese e +1,2% gli alberghi e ristoranti.
Quanto all’universo delle imprese artigiane, esso è dominato da due settori: si tratta del settore delle costruzioni (488.142 realtà al 30 giugno 2019), del settore attività manifatturiere (296.274). Con 784.416 unità, determinano il 60% dello stock complessivo delle imprese artigiane (quasi 1,3 milioni di imprese artigiane).