Chi dice donna dice tanto

Indagine Ipsos, dall’AI può partire il riscatto delle donne

ROMA – Per l’88% degli italiani, l’innovazione tecnologica ha aiutato in modo deciso l’attività imprenditoriale e produttiva, agevolando la crescita non solo delle grandi imprese, ma anche delle piccole aziende (29%).
È quanto emerge dalla ricerca realizzata da Ipsos per la Camera di Commercio di Roma, su un campione di 4mila soggetti intervistati in Italia, Germania, Francia, Usa e con un campionamento anche su Roma e chiamata “Innovation Impact” (Effetti, impatto e futuro dell’innovazione tecnologica), presentata ieri.

L’Ai creerà lavoro anche e soprattutto per le donne

Valutazione analoga tra i romani e tra i francesi (86%). I maggiori sostenitori dell’impatto positivo della tecnologia sulle imprese sono gli americani (92%), mentre i tedeschi sono i più cauti (73%).
Benefici, secondo l’opinione pubblica, potrebbero arrivare anche sul fronte del lavoro. L’innovazione tecnologica creerà opportunità lavorative non solo per giovani e over 50 (tranne che per i francesi) ma anche e soprattutto per le donne, anche quelle con figli. In Germania a fronte di una previsione di minori opportunità lavorative per le persone con scarse competenze digitali, ci si aspetta anche un miglioramento nell’accesso alle informazioni, un aumento della produttività e orari/luoghi di lavoro più flessibili. In USA, oltre a un impatto negativo sui lavoratori a bassa digitalizzazione (obsolescenza e minori opportunità) e all’alienazione dei lavoratori, anche un miglioramento della produttività.

L’innovazione porterà con sé anche una ulteriore crescita dei divari tra Paesi ricchi e poveri, tra persone istruite e meno scolarizzate (60% in Italia e 58% a Roma), tra giovani e anziani (60% in Italia. 62% a Roma, 66% in Germania), tra ceto medio e ceti popolari (58% in Italia e a Roma, 68% in Germania, 57% in Francia e Usa).

Il prezzo da pagare della digitalizzazione potrebbe essere elevato

Ma non è oro tutto quello che luccica e il prezzo da pagare potrebbe essere elevato: la trasformazione digitale e tecnologica, per la stragrande maggioranza dei cittadini, aumenterà ulteriormente le forme di esclusione sociale (+66% in Italia e 68% a Roma, +77% in Francia e +71% in Germania, negli Usa +64%). Le nuove tecnologie avranno, tuttavia, un impatto positivo, a livello ambientale, soprattutto sulle fonti rinnovabili, gli sprechi alimentari e una catena alimentare sostenibile.

Un capitolo a parte è quello dedicato agli “effetti sociali”

Per italiani, romani, tedeschi e francesi l’innovazione tecnologica ha aumentato il divario tra paesi ricchi e poveri, tra giovani e anziani e tra ceto medio e ceti popolari. Divari maggiori tra le persone per il livello di istruzione sono segnalate in Germania (63%), mentre tra manager e lavoratori sono poste in evidenza in Italia (47%). La tecnologia, infine, per gli americani, ha acuito le distanze tra uomini e donne (40%). Dal punto di vista della relazione tra inclusione e esclusione sociale, in tutti i paesi i cittadini segnalano che le innovazioni tecnologiche hanno aumentato i tassi di esclusione sociale. A segnalare questa valutazione sono in primis i francesi (74%), seguiti da romani e italiani (64% i primi, 60% i secondi). Più bassi, ma pur sempre oltre la metà delle popolazioni, i dati in Usa e Germania (rispettivamente 56 e 54%).