Dall’intelligenza artificiale può partire il riscatto delle donne

Indagine Ipsos, dall’AI può partire il riscatto delle donne

redazione

Indagine Ipsos, dall’AI può partire il riscatto delle donne

sabato 14 Ottobre 2023

Dalla tecnologia maggiori opportunità sul lavoro ma rischio effetti sociali

ROMA – Per l’88% degli italiani, l’innovazione tecnologica ha aiutato in modo deciso l’attività imprenditoriale e produttiva, agevolando la crescita non solo delle grandi imprese, ma anche delle piccole aziende (29%).
È quanto emerge dalla ricerca realizzata da Ipsos per la Camera di Commercio di Roma, su un campione di 4mila soggetti intervistati in Italia, Germania, Francia, Usa e con un campionamento anche su Roma e chiamata “Innovation Impact” (Effetti, impatto e futuro dell’innovazione tecnologica), presentata ieri.

L’Ai creerà lavoro anche e soprattutto per le donne

Valutazione analoga tra i romani e tra i francesi (86%). I maggiori sostenitori dell’impatto positivo della tecnologia sulle imprese sono gli americani (92%), mentre i tedeschi sono i più cauti (73%).
Benefici, secondo l’opinione pubblica, potrebbero arrivare anche sul fronte del lavoro. L’innovazione tecnologica creerà opportunità lavorative non solo per giovani e over 50 (tranne che per i francesi) ma anche e soprattutto per le donne, anche quelle con figli. In Germania a fronte di una previsione di minori opportunità lavorative per le persone con scarse competenze digitali, ci si aspetta anche un miglioramento nell’accesso alle informazioni, un aumento della produttività e orari/luoghi di lavoro più flessibili. In USA, oltre a un impatto negativo sui lavoratori a bassa digitalizzazione (obsolescenza e minori opportunità) e all’alienazione dei lavoratori, anche un miglioramento della produttività.

L’innovazione porterà con sé anche una ulteriore crescita dei divari tra Paesi ricchi e poveri, tra persone istruite e meno scolarizzate (60% in Italia e 58% a Roma), tra giovani e anziani (60% in Italia. 62% a Roma, 66% in Germania), tra ceto medio e ceti popolari (58% in Italia e a Roma, 68% in Germania, 57% in Francia e Usa).

Il prezzo da pagare della digitalizzazione potrebbe essere elevato

Ma non è oro tutto quello che luccica e il prezzo da pagare potrebbe essere elevato: la trasformazione digitale e tecnologica, per la stragrande maggioranza dei cittadini, aumenterà ulteriormente le forme di esclusione sociale (+66% in Italia e 68% a Roma, +77% in Francia e +71% in Germania, negli Usa +64%). Le nuove tecnologie avranno, tuttavia, un impatto positivo, a livello ambientale, soprattutto sulle fonti rinnovabili, gli sprechi alimentari e una catena alimentare sostenibile.

Un capitolo a parte è quello dedicato agli “effetti sociali”

Per italiani, romani, tedeschi e francesi l’innovazione tecnologica ha aumentato il divario tra paesi ricchi e poveri, tra giovani e anziani e tra ceto medio e ceti popolari. Divari maggiori tra le persone per il livello di istruzione sono segnalate in Germania (63%), mentre tra manager e lavoratori sono poste in evidenza in Italia (47%). La tecnologia, infine, per gli americani, ha acuito le distanze tra uomini e donne (40%). Dal punto di vista della relazione tra inclusione e esclusione sociale, in tutti i paesi i cittadini segnalano che le innovazioni tecnologiche hanno aumentato i tassi di esclusione sociale. A segnalare questa valutazione sono in primis i francesi (74%), seguiti da romani e italiani (64% i primi, 60% i secondi). Più bassi, ma pur sempre oltre la metà delle popolazioni, i dati in Usa e Germania (rispettivamente 56 e 54%).

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