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Industrie del lusso in crisi, stimate perdite fino al 35

ROMA – Le industrie dell’eccellenza e del lusso sono tra le più colpite dalla crisi del Covid-19. In un momento di estrema incertezza economica, con la metà della popolazione mondiale che è stata, o che ancora si trova, in lockdown, con i rivenditori di tutto il mondo che hanno chiuso i negozi fisici, le industrie dell’eccellenza e del lusso subiranno un calo, anno su anno, del 20-35%. Per le vendite in Europa dei beni di lusso personale si prevedono perdite pari al 50% a seguito della mancanza di turisti internazionali. Una discontinuità straordinaria e con effetti rilevanti se si pensa che il settore dei Personal luxury Goods è costantemente cresciuto in media del 5-6% per 30 anni consecutivi. A lanciare l’allarme è la fondazione Altagamma.

L’acquisto di merci e servizi di alta qualità per i turisti e le attività culturali, come le entrate a musei, gallerie d’arte e teatri, continueranno ad essere colpiti fino alla seconda metà del prossimo anno per le restrizioni sui viaggi e a causa di un persistente timore di possibili contagi su aerei e navi da crociera. Il ritorno ai livelli del 2019 (in termini assoluti) è previsto per il 2022 o 2023. L’efficienza e la portata della risposta dell’Unione Europea e degli Stati membri alla crisi, secondo Altagamma, incideranno sulla velocità con cui le aziende sapranno rispondere alla crisi. Le tendenze della “nuova normalità” sono: accelerazione degli acquisti online, evoluzione dell`esperienza nel negozio reale per rispettare le nuove norme sanitarie e spostamento dei consumi verso scelte più ambientali, sociali e patriottiche.