Economia

Da Palermo a Catania fino a Messina, l’inflazione galoppa: rincari da brividi per le famiglie siciliane

Mese per mese, il valore del denaro delle famiglie siciliane si riduce. Sembrano solo numeri freddi sulla carta, eppure le statistiche si concretizzano in preoccupazione per alcuni e in disperazione per altri, che si trovano ogni giorno a cercare di sopravvivere per arrivare a fine mese con dignità. L’inflazione continua a galoppare, e nonostante nelle principali città dell’Isola i rincari annui per una famiglia media si mantengano più bassi rispetto a molte città del Nord Italia, da evidenziare è il permanere dell’inflazione siciliana al di sopra della media nazionale.

L’inflazione media regionale è al 7,2%, Palermo al 7,4%

L’Istat ha reso noti i dati territoriali dell’inflazione di giugno, in base ai quali l’Unione nazionale consumatori ha stilato la classifica completa di tutte le città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. Se la penisola si ferma al 6,4%, con una spesa media di 1.391 euro in più, Palermo raggiunge i numeri maggiori, con un valore del 7,2%, che corrisponde ad un rincaro annuo per famiglia di 1.429 euro, e si pone in linea con alcune delle più costose città italiane, superando ampiamente Milano al 6,3%, Bolzano e Roma al 6,4%. Un esborso, per le famiglie siciliane, in gran parte monoreddito, difficile da affrontare, eppure inderogabile, visto che si tratta in buona parte di spese aggiuntive legate a beni primari, come il cibo, le fonti energetiche, dal gas alla benzina all’elettricità.

Rincari, Sicilia al quinto posto tra le regioni

Anche Messina e Catania raggiungono cifre importanti, la prima, con il 7% di inflazione e un rincaro di 1.335 euro, la seconda con 1.330 euro e una percentuale del 6,7%. Mosche bianche, Trapani e Caltanissetta, che scendono sotto la media nazionale, al 5,7% con una spesa in più di 1.087 euro. L’intera regione registra un rincaro di 1.271 euro, con un valore medio percentuale del 6,8%, ponendosi in tal modo al quinto posto tra le regioni nella classifica nazionale. Al primo posto la Liguria all’8,2%, seguita dall’Umbria al 7,2%, pari merito con la Toscana. La percentuale più bassa si registra in Emilia Romagna al 5,9%, seguita dal Veneto, la Lombardia e il Trentino Alto Adige al 6%. In termini assoluti, si spende di più in Liguria con 1.692 euro di rincaro annuo, mentre si spende meno in Puglia con 1.101 euro. Le città più costose sono Genova con 1.853 euro, Firenze a 1.712 euro, e Grosseto a 1.713 euro di spesa in più in un anno. Al contrario, le città più economiche sono Potenza a 750 euro, Catanzaro a 878, e Reggio Calabria a 971 euro.