Mercati a Palermo: tariffe più alte ma rincari contenuti - QdS

Mercati a Palermo: tariffe più alte ma rincari contenuti

Gaspare Ingargiola

Mercati a Palermo: tariffe più alte ma rincari contenuti

venerdì 02 Giugno 2023

Congelate la variazioni per l’anno in corso, mentre per il biennio 2024/2025 è in programma un adeguamento del 6%. Le novità rientrano negli atti propedeutici al nuovo Piano di riequilibrio

PALERMO – Il Consiglio comunale ha approvato il nuovo tariffario dei mercati generali che, al pari di quanto già accaduto per gli impianti sportivi, prevederà aumenti ridotti rispetto alle previsioni dell’Amministrazione Orlando.

Il provvedimento adottato da Sala delle Lapidi riguarda i canoni a carico dei concessionari che operano nei mercati ittico e ortofrutticolo. L’atto congela gli aumenti per il 2023, mentre per il biennio 2024/2025 prevede un adeguamento del 6%. Anche questa delibera, esattamente come quella sugli impianti sportivi, è propedeutica al nuovo Piano di riequilibrio approvato dalla Giunta Lagalla sulla base dell’accordo con lo Stato sottoscritto a gennaio 2023 e, come spiegano il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti, obbedisce “all’obbligo di legge sui servizi a domanda individuale che prevede un tasso di copertura di tutti i servizi a domanda comunali non inferiore al 36%”.

Insomma, gli aumenti erano inevitabili: le spese del Comune per i due mercati, secondo quanto comunicato ad aprile dalla Ragioneria generale, ammontano a 342mila euro per l’ittico e a 761mila per l’ortofrutticolo e per legge ormai più di un terzo va coperto con le entrate.

“Questa – hanno aggiunto Lagalla e Forzinetti – è la seconda delibera, dopo quella sugli aumenti dei diritti di istruttoria approvata lo scorso anno, a essere stravolta dall’Area Sviluppo economico. Ricordiamo infatti che erano previste tariffe per i diritti di istruttoria superiori in diversi casi ad 800 euro mentre per i mercati generali gli aumenti erano superiori al 100% già da quest’anno, per il quale ricordiamo che non è previsto alcun aumento. Inoltre siamo riusciti ad aggiudicarci un finanziamento del Pnrr di 10 milioni di euro che riqualificherà l’intera area del mercato ortofrutticolo con servizi anche per i cittadini. Provvedimenti condivisi ed apprezzati dalla categoria, che hanno visto lavorare in modo serrato gli uffici e la Commissione imputando costi e ricavi corretti, oltre ad alcune economie che siamo riusciti a recuperare, garantendo provvedimenti coerenti con il piano di riequilibrio, gli obblighi normativi e sostenibili economicamente rispetto alle proposte redatte dalla precedente Amministrazione”.

Soddisfatto anche il presidente della VI Commissione Ottavio Zacco: “Grazie alla delibera approvata dal Consiglio comunale si scongiurano i rincari spropositati a carico dei concessionari previsti nella precedente delibera, provvedimento che avrebbe causato il rischio di default dei Mercati Generali”.

Il rialzo del 6% per il biennio 2024/2025, seppur indigesto, rappresenta comunque “una cifra notevolmente inferiore rispetto a quella prevista nella precedente delibera che avrebbe generato aumenti del 200% non sostenibili dai concessionari dei mercati generali. È stata una scelta sensata quella del sindaco Lagalla e dell’assessore Forzinetti, in sinergia con la VI Commissione consiliare, di assumersi la responsabilità di presentare una nuova delibera a salvaguardia degli operatori dei mercati generali”.

Per farsi un’idea, il prezzo annuale dei magazzini passerà da 14,16 euro al metro quadrato a 15,15 euro contro i 27 inizialmente previsti; per il carico e scarico merci si passerà da 9,93 a 10,63 euro invece che a 22. Gli aumenti saranno progressivi fino al 2032, quando i magazzini costeranno oltre 26 euro al metro quadrato e il carico e scarico merci 18,60. I grossisti possono comunque trovare un motivo per sorridere: il rincaro c’è ma è più contenuto rispetto a quanto patito dai colleghi di Torino o Firenze, città in cui l’aumento dei canoni di concessione degli stand ha raggiunto il 10-12%, senza dimenticare l’inflazione alle stelle e il caro bollette.

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