Sanità

Influenza del cammello: “Colpisce le vie respiratore, più letale del Covid”

Non solo Covid e influenza australiana. Tosse, febbre e difficoltà a respirare. Sono i sintomi anche della Sindrome respiratoria mediorientale (MERS-CoV), soprannominata anche “influenza del cammello”, che sta colpendo i turisti al rientro dai Mondiali in Qatar. I casi registrati sono già decine, così le autorità sanitarie del Regno Unito hanno messo in guardia la popolazione per evitare la diffusione del virus.

Ma cos’è la Mers-CoV? Quali sintomi e quali sono i rischi del virus portato dai tifosi di ritorno dal Qatar? Ecco cosa sappiamo oggi.

Influenza del cammello: rischio contagi per colpa del Mondiali in Qatar

In realtà si tratta della Mers-CoV o Sindrome respiratoria mediorientale, una sindrome respiratoria che non è nuova, ma che è tornata alla ribalta perché c’è il rischio di casi tra i tifosi che rientrano in patria, dopo essere andati in Qatar per seguire i Mondiali.

Secondo diversi media britannici l’Agenzia per la sicurezza sanitaria inglese, la UK Health Security Agency (UKHSA), ha avvisato i medici del Paese sul rischio di potenziali casi di Mers tra i tifosi di ritorno dalla Coppa del Mondo in Qatar.

Cosa è l’influenza del cammello e perché dobbiamo preoccuparci

La Mers, Sindrome Respiratoria medio-orientale (Mers-CoV – Middle East respiratory syndrome coronavirus infection), chiamata anche “influenza del cammello”, è una malattia respiratoria rara ma potenzialmente letale, i cui sintomi includono febbre, tosse e vomito. È causata da un virus zoonotico che può, cioè, essere trasmesso dagli animali (in questo caso i cammelli) alle persone.

La letalità del virus

Da quando il virus è stato scoperto, dieci anni fa, sono stati registrati casi in 27 Paesi del mondo, tra cui Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito. I focolai più significativi sono stati rilevati in Arabia Saudita, Algeria, Bahrain, Oman, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Chiamata a pronunciarsi nel 2013, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha concluso che i focolai di MERS-CoV non costituiscono comunque un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale e non raccomanda restrizioni di viaggio e commerciali o particolari sistemi di screening.

Secondo la World Health Organization da aprile 2012 a ottobre 2022 sono stati rilevati un totale di 2600 casi confermati di Mers, con 935 decessi, per una mortalità pari al 36%. La maggior parte dei casi è in Arabia Saudita, 2193 con 854 decessi (39% di mortalità).

Cinque i casi nel Regno Unito fino ad oggi

L’UKHSA ha spiegato che al di fuori dei contagi ospedalieri o di piccoli cluster familiari i casi sono sporadici, in genere legati a persone che hanno avuto contatti con cammelli o prodotti da essi derivati, come il consumo del latte di cammello non pastorizzato.