Lavoro

Infortuni: Cgil Sicilia, “3 morti al giorno, è emergenza sicurezza”

C’è la docente che racconta delle “tantissime segnalazioni che facciamo per le scuole che cadono a pezzi ma nessuno ci ascolta” e l’infermiere, già vittima di un’aggressione, che denuncia come medici e operatori stiano scappando dal pronto soccorso perché “ogni turno di lavoro è diventato una guerra”. C’è il bancario che, oltre al fenomeno delle rapine, segnala l’aumento delle patologie da stress correlato di colleghi per la pressione dei manager che chiedono obiettivi sempre più alti e l’Rls del commercio che racconta del collega precario, con contratto part-time multiservizi, morto in un incidente stradale mentre correva da un posto di lavoro all’altro. Tantissime le segnalazioni emerse oggi alla prima assemblea degli Rls (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), organizzata dalla Cgil Palermo e conclusa dalla segretaria nazionale Cgil, Francesca Re David.

Sicurezza sul lavoro, una priorità

“Riscontriamo scarsa volontà delle aziende a garantire condizioni sicure – ha detto Serafino Biondo, responsabile del coordinamento provinciale Rls e Rlst costituito dalla Cgil Palermo -. Oggi crescono le condizioni di lavoro estreme, con ore superiori rispetto a quelle previste e poco rispetto dei diritti. Questo rende i lavoratori vulnerabili. La competitività, la precarietà, la pressione alla produttività sono condizioni che influiscono negativamente, esponendo i lavoratori, al primo posto migranti e donne, a rischi, infortuni e malattie professionali”. Una giornata iniziata con il ricordo dei cinque operai morti a Casteldaccia. “L’impegno del sindacato è far sì che quello che è avvenuto a Casteldaccia non si ripeta – ha detto il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo -. Oggi il modello di sviluppo delle imprese mette in conto le morti sul lavoro come un costo sostenibile per il sistema. Altrimenti non si spiegano i tre morti al giorno sul lavoro. Un dato costante e per noi non accettabile. Chiediamo più controlli, più ispezioni, formazione, una maggiore penalità per le imprese e la selezione del sistema degli appalti e subappalti, che alimentano una filiera del pericolo”.