Economia

Iscro, arriva il bonus da 800 euro per Partite Iva: i requisiti e come fare domanda

Semaforo verde da giovedì 1 agosto per le domande di Iscro – l’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa.. Ad annunciarlo l’Inps all’interno della circolare n. 84 del 23 luglio scorso, nella quale viene data attuazione delle disposizioni contenute nell’articolo 1 – commi dal 142 al 155 -della legge di Bilancio 2024.

Cos’è l’Iscro

L’indennità Iscro – nota anche come bonus 800 euro per lavoratori autonomi e Partite Iva – è stata confermata anche nel 2024, pur apportando delle modifiche rispetto all’anno precedente. L’acronimo Iscro sta per Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, sostegno che richiama per diversi aspetti l’indennità di cassa integrazione spettante ai lavoratori dipendenti. Anche l’Iscro, infatti, interviene in sostegno nei periodi di minor fatturato, riconoscendo al lavoratore autonomo un contributo extra utile a superare il momento di difficoltà. Ad averne diritto sono i lavoratori iscritti alla Gestione Separata (non sono ammessi coloro che nel contempo risultano assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie) che esercitano per professione abituale l’attività di lavoro autonomo, a patto di essere titolari di Partita Iva da almeno 3 anni alla data di presentazione della domanda.

A chi spetta il bonus

Spetta quindi ai liberi professionisti, con l’aggiunta dei partecipanti agli studi associati o società semplice con reddito da lavoro autonomo. Per poterne beneficiare è inoltre necessario soddisfare i seguenti requisiti:

  • nell’anno precedente a quello della domanda hanno percepito un reddito inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo riferiti ai due anni ancora precedenti. Per la richiesta nel 2024, quindi, è necessario aver guadagnato nel 2023 un importo inferiore al 70% del reddito medio riferito al biennio 2021-2022. Pensiamo ad esempio a un lavoratore che nel 2021 ha guadagnato 10.000 euro e nel 2022 11.000. La media nel biennio fa 10.500 euro, quindi l’Iscro spetta solamente a chi nel 2023 ha percepito un reddito inferiore a 7.350 euro (il 70% della media);
  • nell’anno precedente alla presentazione della domanda il reddito prodotto dall’attività lavorativa autonoma deve essere stato inferiore a 12.000 euro (limite che viene annualmente rivalutato sulla base dell’andamento del costo della vita).

Ci sono poi altri requisiti da soddisfare: intanto essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria, dopodiché non essere titolari di pensione o di Assegno di inclusione.

Bonus 800 euro Partite Iva, come viene calcolato

L’’indennità è pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito da lavoro autonomo certificato dall’Agenzia delle Entrate e trasmesso all’Inps. Per capire meglio prendiamo l’esempio fatto dall’Inps: reddito annuo certificato pari a 6.000 euro da dividere per 2 visto che è su base semestrale. Significa che l’indennità Iscro sarà pari a 750 euro al mese, il 25% del reddito percepito, con durata pari a 6 mesi (salvo il caso in cui nel frattempo non si verifichi una ragione che ne comporta la decadenza anticipata).

In ogni caso nel 2023 l’indennità in oggetto non può avere un valore inferiore a 250 euro e non può superare gli 800 euro.

Prendiamo come esempio un lavoratore che presenta domanda di Iscro nel 2024 e che nel 2021 e 2022 ha guadagnato rispettivamente 6.000 e 5.000 euro. La media è appunto di 5.500 euro, che su base semestrale è pari a 2.750 euro. Se ne prende dunque il 25%, con il risultato che spettano 687,50 euro al mese.

La domanda

Per fruire dell’indennità ISCRO, i beneficiari devono presentare domanda all’Inps esclusivamente online, accedendo alla sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” sul sito Inps. È anche possibile presentare domanda tramite gli Istituti di Patronato o il Contact Center multicanale (chiamando il numero verde).

Per il 2024, la domanda sarà disponibile dal 1° agosto fino al 31 ottobre.I richiedenti devono autocertificare i redditi per gli anni di interesse, salvo che questi dati non siano già in possesso dell’INPS. L’INPS verifica i requisiti reddituali con l’Agenzia delle Entrate.

Infine, i richiedenti devono autorizzare l’Inps a trasmettere i propri dati di contatto alle Regioni e alle Province autonome per la partecipazione a percorsi di aggiornamento professionale, in conformità con il Sistema Informativo di Inclusione Sociale e Lavorativa e il sistema informativo delle politiche del lavoro.