LIPARI (ME) – Nelle ore in cui la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto, guidata dal procuratore Giuseppe Verzera, ha concluso le indagini sul disastro ambientale sull’isola di Stromboli del 22 e 23 maggio 2022, notificando a quattro indagati l’informazione di garanzia per disastro ambientale, arriva la decisione della Rai di non mandare temporaneamente in onda la fiction “Protezione civile” sino a quando la Magistratura farà piena luce sulle responsabilità del rogo che mandò in fumo in una notte buona parte della riserva dell’isola vulcanica patrimonio Unesco.
La decisione è arrivata dopo un ulteriore incontro con la cittadinanza dell’isola eoliana e i vertici di Rai fiction (rappresentanti dalla direttrice Maria Pia Ammirati e dal suo vice Ivan Carlei). Gli strombolani hanno ribadito, secondo il loro punto di vista, la presunta piena responsabilità dello staff cinematografico che allora era addetto alle riprese sull’isola. A convocare la riunione è stato il sindaco di Lipari Riccardo Gullo: “Sono stato io – spiega – a invitare sull’isola i responsabili d Rai fiction per cercare di trovare un punto di contatto. È stata una discussione animata. Nel corso dell’incontro sono state prima mandate in onda le riprese del rogo e poi le prime due puntate della fiction. Alla fine l’assemblea ha deciso che si sarebbe ridiscusso il tutto dopo che la Magistratura avrebbe chiuso le indagini, cosa che è avvenuta poche ore fa. A questo punto cercheremo di risentirci per capire come procedere”.
Sul fronte dei risarcimenti dei danni causati all’isola il sindaco ha detto che il Comune “si è costituito parte civile. Quindi in caso di condanna chiederemo il risarcimento a chi verrà riconosciuto colpevole”.
Già qualche giorno prima la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, a Siracusa, aveva preannunciato che si stavano studiando le mosse per consentire la messa in onda della fiction sotto indagine per il rogo. La Ammirati aveva annunciato che presto ci sarebbe stata “una anteprima del film a puntate a Stromboli e poi sarebbero stati i cittadini a decidere il da farsi”, cosa che poi si è verificata con la citata riunione di Stromboli convocata da Gullo. La Ammirati, però, pur ribadendo la sua piena solidarietà agli abitanti di Stromboli per quanto accaduto nel maggio 2022, aveva aggiunto che non ci sono responsabilità dirette della Rai nell’incendio perché l’azienda nel 2022 aveva affidato le riprese e la produzione a una società esterna. I cittadini, come detto, alla hanno chiesto che prima di mandare in onda la fiction si concludessero le indagini.
Tutto ruota intorno ai risarcimenti. Sembra, secondo una stima approssimativa, che si aggirino sui 70 milioni circa, ma nessuno finora intenderebbe sborsare per risarcire gli abitanti e ripristinare il polmone verde distrutto.
Il disastro ambientale si verificò nella notte a cavallo tra il 22 e il 23 maggio del 2022. Secondo una prima ricostruzione la troupe della Fiction, ironia della sorte intitolata “Protezione civile”, proprio quel pomeriggio era impegnata nelle riprese sullo spegnimento di un rogo vicino a un casolare. Ma la situazione sfuggì di mano perché quel pomeriggio su Stromboli soffiava un forte vento di Scirocco e bastò poco perché la situazione degenerasse. Nel volgere di poche ore le fiamme dilagarono ovunque e, spinte dal forte vento, distrussero buona parte della vegetazione, causando anche danni ad alcune abitazioni che vennero evacuate appena in tempo.
Dal giorno dopo cominciò sull’isola la ricerca delle responsabilità. Allora l’ex sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, sostenne che la troupe non aveva alcuna autorizzazione per recarsi sulle pendici del vulcano e per accendere un rogo pilotato e proprio per questo presentò una dettagliata denuncia alla Procura barcellonese. Nel frattempo la conta dei danni arrivò a una cifra pesantissima, come detto vicina ai 70 milioni. Successivamente questo pesante bilancio venne aggravato da un altro disastro naturale, nel settembre dello stesso anno, quando Stromboli venne colpita da un violento nubifragio. L’assenza degli alberi che erano andati in fumo a maggio e i detriti del rogo non rimossi dai torrenti fecero da miccia detonante per l’acqua mista a sabbia vulcanica che arrivò sull’abitato come un fiume in piena, sommergendo molte case e danneggiando attività turistiche e ricreative.