Si è svolta l’1 dicembre a Palermo la prima assemblea di “Italia Viva”. Tra gli argomenti all’ordine del giorno le linee programmatiche in vista degli imminenti appuntamenti elettorali, tra cui le amministrative e le europee.
“Questa assemblea si inserisce nel quadro della consultazione nazionale finalizzata alla elezione dei nuovi organismi dirigenti”, ha detto Davide Faraone, presidente del gruppo IV-II Centro alla Camera dei Deputati. “Ma è anche il momento – ha continuato – per fare assieme una serie di valutazioni politiche”.
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“La sconfitta dell’Italia nella competizione per Expo2030 dimostra che la premier Meloni non riesce a passare dalle parole ai fatti e, quando ribadisce che l’Italia ha oggi una dignità a livello internazionale, dimentica che le opportunità internazionali sono la dimostrazione del riconoscimento di questa dignità ma, ribadisco, quando ‘si porta a casa’ una sconfitta vuol dire che questo riconoscimento non c’è. La stessa considerazione la possiamo fare con la gestione dei flussi migratori da parte di questo Governo. Ancora una volta Meloni Governa con il ‘percepito’, non con la realtà dei fatti”, ha dichiarato il rappresentante di Italia Viva.
“Tutto il suo operato – ha proseguito Faraone – si scontra con un possibile ‘tonfo’ proprio perché la narrazione sbandierata da Meloni e dal suo Governo è basata solo dalla percezione e dimostra che il suo consenso si fonda sugli anni di propaganda fatta quando non erano al Governo”. Non sono mancate le critiche al Pd perché, sostiene Faraone “dimostra di essere un partito populista che corre dietro al Movimento 5 Stelle e che non fa altro che sovrapporre la propria agenda a quella della CGIL di Landini”.
“Questa situazione apre uno spazio enorme ai riformisti, quelli che lo sono sempre stati e continuano a esserlo, come noi” ha continuato Faraone. Nessuna indulgenza nemmeno nei confronti di Forza Italia, forza politica cui Italia Viva, nel passato, ha “strizzato l’occhio” perché, sostiene Faraone, “Gasparri ha dato le chiavi del suo partito alla Meloni”.
A proposito, invece, del cosiddetto salario minimo, Faraone ha rivendicato il fatto che il primo ad affrontare il problema è stato proprio il “Jobs Act” del Governo Renzi e che continuano a essere l’unica forza politica che mira alla riduzione delle tasse che, oggi, sembra non interessare nessun altro partito compreso quella Forza Italia che, per anni, l’ha utilizzato come bandiera.
Anche sul tema della giustizia, ha sostenuto Faraone, Italia Viva è l’unica forza politica coerente. Ha criticato, inoltre, la presenza di due esponenti politici, Schlein e Conte, al congresso nazionale di Area DG, corrente della magistratura, che si è tenuto a Palermo qualche mese fa. Ha ricordato come il leader di Italia Viva sia finito nel tritacarne della magistratura a proposito della vicenda Open. “Ma la riforma della Giustizia – ha continuato Faraone – non è stata incardinata e, soprattutto, non c’è nessun atto sul quale ci si possa confrontare”. Riguardo alla proposta del c.d. premierato, ossia alla modifica costituzionale del centro-destra che in questi giorni sta affrontando il suo iter parlamentare, la posizione politica di Italia Viva sembra essere chiara “Se c’è una forza politica che, da sempre, ha accarezzato l’idea del ‘Sindaco d’Italia’ – ha dichiarato Faraone – quella siamo noi, pur valutando come negativi alcuni aspetti della proposta presentata dal centro-destra”.
Domenica prossima, a Roma, ci sarà l’incontro della cabina di regia di “Italia Viva” all’interno della quale sarà definito il gruppo dirigente. “Fondamentale – ha concluso Faraone – che a fronte della disponibilità espressa da ognuno di noi corrispondano competenze reali, necessarie per lo sviluppo sia del partito sia del consenso che è necessario creare per affrontare le prossime elezioni europee” anche perché, ha ricordato, che “proprio di recente Matteo Renzi ha denunciato l’atteggiamento della Rai che ha già iniziato a non rispettare la par condicio penalizzandoci”. Rispetto alle elezioni europee, alle quali Italia Viva si presenterà con il proprio nome ma con quello che potremmo definire, il nuovo corso del partito, ossia “Il Centro” Faraone non ha dubbi. “Alle europee ci presenteremo con equidistanza rispetto alle due coalizioni, non immaginiamo scenari diversi, ci dobbiamo caratterizzare come forza di centro, distinti e distanti dai sovranisti e populisti. Sono convinto che caratterizzarci come forza centrista è indispensabile, dobbiamo aggregare le forze politiche che hanno l’ispirazione riformista e popolare e che stanno fuori dalle due coalizioni”.
È seguito un animato dibattito da parte dei dirigenti provinciali siciliani e degli attivisti ma ora, come normalmente succede ai percorsi politici siciliani, la parola va a Roma, dove si giocano le carte delle alleanze nazionali, fondamentali per superare il temuto sbarramento del 4%. E, a questo proposito, Matteo Renzi sembra deciso, anche grazie a un’unionecon un pezzo grosso della vecchia classe dirigente, quel Clemente Mastella affossatore di Prodi, per tentare di conquistare le praterie dell’ormai mitico centro. Una scelta, quella centrista, che pare obbligata dopo la separazione da Calenda e il fallimento del progetto di un partito unico del Terzo polo.