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Johnson, Cop26 una svolta, carbone condannato a morte

L’accordo che ha chiuso la conferenza Onu sul clima a Glasgow a presidenza britannica (CoP26) è stato “davvero storico”, a dispetto dei compromessi resisi necessari per ottenere l’approvazione di 197 Stati. Lo ha detto il premier Boris Johnson facendone il bilancio in una conferenza stampa a Downing Street con accanto il presidente della CoP26, Alok Sharma. Johnson ha parlato di un accordo che può rappresentare l’avvio di “quel punto di svolta che il mondo aveva bisogno di vedere” e che mantiene vivo il target di 1,5 gradi per il surriscaldamento terrestre. Ha quindi aggiunto che il carbone è comunque “condannato a morte”. 

La CoP26 di Glasgow è stata nel complesso un successo e ha prodotto un’accordo storico, ma “venata di delusione” a causa dell’annacquamento del testo finale sulla riduzione (non più l’eliminazione) del carbone e su altri punti. Lo ha ammesso Boris Johnson, a nome della presidenza britannica, in un briefing a Downing Street. Il premier ha del resto notato che il Paese ospitante può fare opera di “persuasione”, non “forzare degli Stati sovrani”. Ha poi aggiunto che il surriscaldamento della Terra resta largamente “eccessivo” e ha ammonito che ora è nella “totale” responsabilità dei governo rispettare gli impegni sulle emissioni.