Da un lato un sostegno all’agricoltura, dall’altro un modo per far sì che le persone meno abbienti possano beneficiare delle proprietà nutrizionali degli agrumi senza dover affrontare costi. Questa l’iniziativa che ha nella Regione Siciliana il soggetto promotore e coordinatore e in una serie di partner del terzo settore coloro che concretamente faranno in modo che i succhi ricavati dai frutti possano essere distribuiti a chi ne ha bisogno.
Il progetto, che è stato incluso nell’ultima finanziaria regionale, ha fatto passi in avanti per quanto riguarda la fase di selezione dei partner non-profit. “Il prodotto finale dovrà essere utilizzato senza alcun fine di lucro, da distribuire gratuitamente, senza alcun corrispettivo economico, escludendo tassativamente qualsiasi iniziativa di natura commerciale”, è la condizione a monte dell’accordo con la Regione.
All’avviso pubblicato dalla Regione nei primi mesi dell’anno, la cui scadenza a marzo è stata prorogata fino a fine aprile, hanno risposto decine di organizzazioni. A ognuna di esse l’assessorato all’Agricoltura ha chiesto di dichiarare di “essere in possesso dei mezzi e attrezzature idonee al ritiro del prodotto a propri oneri e spese, che verrà assegnato dall’amministrazione regionale presso l’industria di trasformazione indicata e a conservarlo nelle condizioni che garantiscano qualità e sicurezza d’uso sino alla distribuzione e utilizzo”.
Allo stesso tempo, nella manifestazione di interesse è stato specificato che al momento “non si ha contezza dei quantitativi di succo disponibili”. Ciò che invece si sa è che il prodotto sarà distribuito in contenitori da cinque litri.
A farsi avanti entro i termini originari della scadenza dell’avviso sono state le associazioni
Ads Acams (Ravanusa), Pro Loco Palagonia, Associazione Centro di accoglienza Padre Nostro (Palermo), As Pro Sport Ravanusa, Consorzio Umana Solidarietà (Palermo), Cooperativa San Francesco (Caltagirone), La città felice (Mineo), C’era Domani Librino (Catania), Cooperativa Opera Prossima (Caltagirone); Circolo Mcl Don Luigi Sturzo (Caltagirone), Fraternità di Misericordia S.M.Kolbe (Regalbuto), Cooperativa La Fenice (Custonaci), Associazione Auser (Balestrate), Banco Alimentare della Sicilia (Catania), Fraternità di Misericordia San Pietro Patti, Banco Alimentare Sicilia Occidentale (Cinisi).
A esse a fine aprile si sono aggiunte Triscele Nucleo Protezione Civile (Palermo), Consorzio Tartaruga (Palermo), Pro Loco Mascali, Cooperativa Ada Negri (Palermo), Comitato provinciale delle Misericordie Catania, Pro Loco Sant’Alfio, Cooperativa Padre Pino Puglisi (Palermo).
I fondi per il finanziamento della distribuzione di succo d’arancia sono stati inseriti nella finanziaria approvata dall’Ars a fine gennaio. All’articolo 85 si legge che 7,5 milioni sarebbero stati utilizzati per l’iniziativa con finalità umanitarie e che la somma era da ritenersi comprensiva degli oneri “per attività essenziali alla corretta gestione delle operazioni di conferimento e trasformazione in succhi del prodotto”.
A febbraio, l’assessorato all’Agricoltura ha pubblicato un avviso rivolto alle organizzazioni di produttori e alle industrie di trasformazione. “I singoli agrumicoltori devono fare riferimento alle organizzazioni produttrici al fine di effettuare i conferimenti”, si legge.
Tra le richieste ai partecipanti, chiamati a presentare preventivi per l’acquisto e la lavorazione delle arance, c’è stata l’esigenza di garantire la tracciabilità dei prodotti. “Ciascun prodotto e passaggio della filiera dovrà essere realizzato in Sicilia utilizzando solo ed esclusivamente materie prime prodotte sul territorio regionale”. Ai trasformatori, invece, è spettato “ritirare il prodotto oggetto nella qualità e quantità (e prezzo) oggetto dell’accordo” e “non effettuare acquisti diretti di agrumi presso le aziende dei produttori, cooperative e aziende alle stesse associate”.
Per quanto riguarda la qualità dei succhi, è stato richiesto che gli stessi fossero ottenuti esclusivamente tramite arance rosse siciliane con presenza di contaminanti, antiparassitari e fitofarmaci nei limiti previsti dalla legge. L’iniziativa passa anche dalla comunicazione: ogni brick, infatti, dovrà riportare la dicitura “Prodotto destinato ad aiuto alimentare finanziato dalla Regione Siciliana”.
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