ROMA – L’effetto scorte alimentari degli italiani registrate a febbraio e marzo porteranno gli indici degli acquisti ad avere un’impennata simile a quella di dicembre; e questo vale per la grande distribuzione come anche per i negozi di piccole superfici.
A crescere sono anche le vendite tramite commercio elettronico se confrontati con i primi due mesi del 2019, ma che non raggiungeranno quelle di dicembre. Lo rende noto l’Ufficio studi di Confagricoltura, stilando il primo rapporto sulle nuove abitudini di spesa degli italiani a causa dell’emergenza coronavirus.
Scorte, precisa, che saranno consumate nei prossimi mesi, portando gli indici degli acquisti a diminuire tendenzialmente nei mesi di aprile e maggio 2020, rispetto agli stessi mesi del 2019.
Secondo l’Ufficio studi, sulla base di dati Nielsen, i prodotti più richiesti sono quelli a lunga scadenza facilmente conservabili, come riso (+33%), pasta (25%), scatolame (+29%), derivati del pomodoro (+22%), sughi e salse (+19%).
Le industrie conserviere hanno dovuto modificare il proprio programma di consegne della merce, aumentando del 30% le vendite a febbraio e del 100% nel mese di marzo.
Gli agricoltori, fa sapere Confagricoltura, stanno lavorando e continueranno a farlo per produrre e fornire con regolarità prodotti freschi e materie prime indispensabili per l’industria agroalimentare.
“Siamo orgogliosi di questo ruolo”, afferma il presidente dell’organizzazione agricola, Massimiliano Giansanti, evidenziando, come primo elemento di cambiamento, la chiusura degli esercizi di ristorazione a fronte di un aumento di provviste per far fronte alla quarantena imposta dal governo.