TAORMINA (ME) – Con l’arrivo del 2021, la Regione Siciliana rinnova l’intenzione a mantenere l’impegno sul progetto di potenziamento dell’ospedale San Vincenzo di Taormina, cercando la via più breve per ottenere la copertura finanziaria e fare in modo che i cantieri possano aprire nel corso del nuovo anno. Nei mesi scorsi, l’Ufficio speciale della Presidenza regionale aveva firmato l’accordo di massima sulla fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione di due nuovi plessi ospedalieri, che andranno a sostituire quello attualmente esistente in contrada Sirina, oltre all’estensione dell’area parcheggio e a una definitiva collocazione dell’elipista da soccorso. Interventi che avrebbero richiesto una dotazione economica di almeno 26 milioni di euro, e per i quali adesso, per accorciare i tempi e trovare le giuste risorse, verranno contenuti in una spesa massima di venti milioni.
Nonostante la revisione dei costi, il Governo regionale, con in testa l’assessore alla Salute Ruggero Razza e il governatore Nello Musumeci, ha riconfermato quindi la volontà di dare seguito all’investimento, d’accordo con il dirigente dell’Asp di Messina, Paolo La Paglia, perché l’ospedale San Vincenzo rimanga strategico nel versante nord orientale dell’Isola. Tra Messina e Catania, infatti, il nosocomio di Taormina è l’unico presidio multidisciplinare al di fuori dei Comuni capoluogo – chiamato Spoke o Dea di primo livello – servendo una popolazione di circa centomila abitanti, includendo l’enclave della Valle dell’Alcantara. E nonostante continui a mantenere alti standard di qualità, soprattutto dopo gli accorgimenti del 2017 in occasione del vertice G7 che gli fecero guadagnare gli encomi ufficiali delle delegazioni estere in visita nella Perla, per soddisfare al meglio il territorio richiede un ulteriore potenziamento.
Un progetto che lo stesso Musumeci ha definito “strategico per dare all’ospedale di Taormina quelle caratteristiche che fin ora sono mancate a una struttura di così alto livello”. A partire dalla viabilità interna, con la realizzazione di un nuovo parcheggio da 314 posti per auto e motocicli, che nascerà nell’edificio lato valle, per risolvere la carenza cronica di posti macchina, garantendo servizi adeguati ai cittadini. L’eliporto, così spesso discusso e mai realizzato, troverà invece collocazione nel plesso lato monte, che si svilupperà su sette piani come il primo e comprenderà anche un centro direzionale, una foresteria per ospitare i familiari dei degenti, una cucina con self-service e un auditorium. I due edifici saranno collegati da una passerella sospesa e coperta. Insomma, un’opera davvero importante per consegnare a Taormina l’ospedale che merita, del resto già ritenuto per nulla un nosocomio di periferia se si considera anche l’altissimo afflusso turistico da servire, confermato dalle decine di migliaia di accessi l’anno al Pronto soccorso.
L’attenzione di Palazzo d’Orleans sulla sanità taorminese segue il rinnovo del legame con l’Istituto Bambino Gesù di Roma, che è presente al Sirina dal 2010 con l’importantissimo Centro di Cardiochirugia pediatrica del Mediterraneo. Una corsa contro il tempo, ogni anno, per rinnovare a luglio la convenzione da circa 1,2 milioni di euro con l’istituto che fa capo al Vaticano, divenuto un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno e anche per i vicini Paesi del Mediterraneo, grazie agli altissimi standard di prestazioni sanitarie raggiunti negli interventi su piccolissimi pazienti affetti da cardiopatie. Nel 2016 è stato classificato primo Dipartimento sanitario dell’Europa meridionale per gli interventi pediatrici di cardiologia, anestesia, rianimazione e cardiochirurgia.
Il polo di Taormina dovrebbe continuare a sopravvivere anche in previsione della riapertura della cardiologia pediatrica a Palermo, all’Arnas Civico, con l’idea della Regione di tenere in piedi i due reparti nonostante il grande sforzo economico.
Twitter: @MassimoMobilia