Lavoro

La Regione siciliana accelera per il bacino ex Asu

PALERMO – Anche per gli Asu si sta aprendo la strada della stabilizzazione definitiva all’interno degli Enti pubblici. L’assessorato regionale del Lavoro ha emanato una circolare esplicativa, che illustra come i diversi Enti possano assumere i lavoratori socialmente utili inseriti nell’elenco regionale, a seguito di apposita selezione pubblica, riservata esclusivamente a tali soggetti, e che il contratto di lavoro subordinato sarà a tempo indeterminato.

La stabilizzazione dei 3.700 lavoratori Asu

“La stabilizzazione dei 3.700 lavoratori Asu – ha detto l’assessore regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, Nuccia Albano – adesso è realtà. Abbiamo dovuto attendere le decisioni di Roma sulla Legge di stabilità: la norma che riguarda questa categoria di precari, approvata nell’ultima finanziaria regionale, non è stata impugnata, così come immaginavamo. Ciò sancisce la bontà del provvedimento, fortemente voluto dal governo regionale, e al quale abbiamo lavorato assiduamente assieme all’assessore Falcone e all’onorevole Pace”.

La misura del contributo in favore degli Enti, sulla base delle risorse finanziarie stanziate, per ciascun lavoratore Asu stabilizzato può arrivare a un massimo di 19.180 euro annui lordi, comprensivi di ogni onere, imposta, contributo previdenziale/assicurativo, fino alla conclusione delle attività lavorative.

Sono circa tremila i lavoratori che potrebbero quindi finalmente giungere alla stabilizzazione, assunti dagli enti locali (Comuni, Liberi consorzi comunali, Città metropolitane), le aziende sanitarie provinciali e le Aziende ospedaliere. Sono esclusi dall’elenco l’amministrazione regionale e i suoi Enti.

“Dopo il personale delle società in liquidazione – ha commentato il presidente della Regione Renato Schifani – il bacino ex Resais, i dipendenti ex Keller, i precari dei Comuni in dissesto e i lavoratori ex Pip Emergenza Palermo, va a buon fine anche la soluzione che il Governo regionale ha trovato per un’altra categoria di precari storici, ovvero i lavoratori impegnati in attività socialmente utili (Asu). Nel mio programma di governo era previsto lo stop al precariato e stiamo mantenendo l’impegno. Con questo obiettivo, raggiunto dopo la mancata impugnativa della norma sull’iter di stabilizzazione da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, rendiamo la nostra Regione più solida e ordinata, riconoscendo dignità e diritti a migliaia di lavoratori siciliani”.

Gli enti interessati dovranno comunicare il numero dei lavoratori che intendono stabilizzare

Gli enti interessati dovranno comunicare al Dipartimento regionale del Lavoro il numero dei lavoratori che intendono stabilizzare e la stima della spesa prevista per il periodo compreso tra la data di assunzione e il 31 dicembre dello stesso anno almeno 30 giorni prima della presunta data di assunzione e di inizio del rapporto di lavoro. Le richieste dovranno giungere agli uffici regionali entro il 15 settembre dell’anno di assunzione; mentre per le richieste presentate oltre questa data, il finanziamento sarà disponibile dal primo gennaio dell’anno successivo. Le domande presentate oltre tale data, e ammissibili al contributo, potranno essere finanziate invece a partire dal primo gennaio dell’anno successivo.

Altre due le scadenze da rispettare: entro il 31 gennaio andranno comunicati gli elenchi nominativi dei lavoratori assunti e l’importo della spesa effettivamente sostenuta l’anno precedente. Entro il 31 marzo di ogni anno, invece, andranno comunicati gli elenchi nominativi dei lavoratori precedentemente stabilizzati e per i quali vi sia già stata ammissione al contributo, con l’indicazione, per ciascuno di essi, dei dati anagrafici, del codice fiscale e della spesa prevista per l’anno in corso.

Se da un lato dunque arrivano buone notizie per le famiglie da tempo in attesa di risposte definitive, dall’altro non si può dimenticare come più volte, anche su queste colonne, siano state evidenziate le criticità di cui soffre la Pubblica amministrazione isolana, con un numero di dipendenti significativo ma non adeguatamente professionalizzato per far fronte alle esigenze dei vari Enti. La speranza è che queste nuove misure possano dunque aiutare gli uffici, non soltanto sul fronte della quantità ma anche sul versante della qualità.