La scuola vista da scuola

La scuola riparte con la Ddi

Siamo alla seconda settimana di scuola del nuovo anno scolastico 2020/21. Tra i banchi sono ritornati gli alunni che a partire dal 5 marzo sono “spariti” e, di conseguenza, secondo la Om del 16 maggio 2020, i professori hanno dovuto attrezzare per ciascuno di loro un Piano di apprendimento individualizzato, con lezioni di presenza a partire dal 2 settembre e che potrebbe durare anche per tutta la prima parte del nuovo anno.

Come da piano annuale ordinario, tra l’uno e il due settembre in tutte le scuole italiane si sono svolti i collegi docenti, ma questa volta con l’opzione della modalità “on line”, scelta da diversi dirigenti, anche se altri hanno preferito il tradizionale incontro di presenza, soprattutto nel caso di scuole con ampi spazi all’aperto, oppure palestre o aule magne particolarmente grandi a disposizione. In quest’ultimo caso tutti i partecipanti hanno dovuto rigorosamente indossare le mascherine e sedersi nei posti distanziati. Non sono mancati, però, coloro che non hanno potuto fare a meno di abbracciare i colleghi, né i cosiddetti capannelli, con la conseguenza che il dirigente è stato costretto a minacciare i docenti di rispettare le regole, pena una bella sanzione. La domanda è: come faranno i docenti a fare rispettare le regole anticontagio da parte dei loro alunni, se sono loro stessi i primi a non rispettarle?

Nel frattempo, dopo Dad, Pai e Pia di cui avevo trattato sul QdS del 10 giugno scorso (leggi qui), è venuta fuori una nuova sigla, la Ddi, che sta per “Didattica digitale integrata”, introdotta dal decreto del ministro dell’Istruzione del 26 giugno 2020 n. 19. Tutte le scuole dovranno dotarsi di un Piano per la Ddi, per una nuova didattica a distanza, che nelle Scuole superiori dovrà essere complementare a quella di presenza, mentre in tutti gli altri livelli di istruzione dovrà essere adottata in caso di nuovo lockdown.

Twitter: @LRussoQdS