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La terra come un bollitore: ma c’è ancora un rimedio?

MINNESOTA- L’università S. Tommaso d’Ingegneria insieme alla Accademia delle scienze di Pechino e al NOAA, hanno pubblicato dei rapporti riguardanti dei nuovi dati ottenuti dalle registrazioni dell’OHC (contenuto di calore presente nell’oceano) degli oceani che avvolgono il pianeta terra.

Uno dei temi attuali, di cui spesso si discute, è l’innalzamento delle temperature globali e grazie a diversi studi fatti in passato da scienziati e studiosi, si è confermato che l’innalzamento delle temperature è dato da un fenomeno meglio noto a tutti come “Effetto Serra” scatenato dall’azione di gas nocivi che l’uomo rilascia principalmente attraverso le industrie.

Questi gas a effetto serra (GHG) emessi dall’essere umano hanno scatenato un riscaldamento a lungo termine ed abbastanza evidente del pianeta terra.

A seguito di diversi studi è risultato che il 90% del calore in eccesso viene immagazzinato negli oceani mondiali, dove si accumula e provoca aumenti della temperatura oceanica.

Or dunque, poiché i bacini oceanici sono il principale deposito dello squilibrio termico del pianeta terra, misurare il OHC è una delle metodologie migliori per quantificare il tasso di riscaldamento globale.

Dai dati è emerso che nel 2019 gli oceani mondiali hanno raggiunto le temperature più alte mai registrate nella storia dell’umanità.

In particolare l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico hanno mostrato segni di un innalzamento delle temperature maggiore rispetto a quello di altri bacini.

Grazie a degli studi passati, effettuati dal Centro nazionale per la ricerca atmosferica in Boulder (Colorado), era già noto che l’Oceano Atlantico avesse assimilato la gran parte del calore provocato dal riscaldamento globale dal 1970: e numerosi accertamenti hanno mostrato che il bacino dell’Atlantico è stato il maggior responsabile del 35% – 43% dell’aumento di OHC a livello globale entro il 1970-2017.

Come è già stato confermato dalla comunità scientifica internazionale, gli aumenti della temperatura dell’oceano riducono drasticamente la quantità d’ossigeno presente all’interno dei mari, provocando così grandi cambiamenti per la Flora e Fauna marine.

In particolar modo ne risentono maggiormente quegli organismi marini che sono molto sensibili all’innalzamento delle temperature, come i Coralli ed alcuni pesci che vivono nelle profondità degli oceani.

Recenti notiziari hanno infatti segnalato un drammatico e diffuso sbiancamento della barriera corallina, causato principalmente dalle temperature più calde nell’Oceano Pacifico e nell’Oceano Indiano.

Inoltre, l’aumento del calore causa l’evaporazione dell’acqua e la formazione del vapore acqueo, che portano al raggiungimento di un elevato tasso d’umidità.

Quest’ultimo, nell’atmosfera più calda, nutre forti precipitazioni e promuove alluvioni, portando così a cambiamenti estremi delle condizioni meteorologiche.

Nonostante ciò, l’aumento delle temperature può essere portato ad un livello molto più basso mediante delle adeguate azioni umane che porterebbero così ad una riduzione delle emissioni di gas nocivi causanti l’effetto serra.

Così facendo si ridurrebbero nettamente i rischi per gli esseri umani e per le altre forme di vita presenti sul pianeta terra.

Silvia Alecci