Agrigento

Lampedusa, caro carburante e non solo i pescatori chiedono sostegno

LAMPEDUSA (AG) – Caro-gasolio e riconoscimento dello stato di calamità naturale per la marineria locale. Sono stati questi i temi al centro dell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Palermo, nella sede di Palazzo dei Normanni, tra l’assessore regionale all’Agricoltura e Pesca, Toni Scilla, il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello, il vice sindaco Salvatore Prestipino e una delegazione della marineria dell’isola (composta da Enzo Billeci e Piero Billeci). All’incontro ha partecipato anche Alberto Pulizzi, dirigente generale del Dipartimento Pesca.

“È stato un incontro utile – ha commentato Martello – durante cui abbiamo esposto alcuni dei principali problemi della nostra marineria. Tra questi il prezzo del carburante: oggi un litro di gasolio per pescherecci a Lampedusa costa 94,5 centesimi, a Licata 60. C’è poi il tema della richiesta del riconoscimento della calamità naturale per i relitti delle imbarcazioni dei migranti affondate nei nostri fondali”.

“Ringraziamo l’assessore Scilla – ha aggiunto il sindaco Martello – per avere impresso un’accelerazione nei ristori Covid e per avere assicurato il suo impegno a trovare una soluzione rispetto ai temi che abbiamo esposto nel corso del nostro incontro”.

Servono però tempi rapidi per gli interventi in questione, anche perché con il vento di libeccio che si è abbattuto su Lampedusa, le imbarcazioni utilizzate dai migranti e lasciate all’interno del porto, hanno ripreso a creare danni alle infrastrutture ed all’ambiente. “Non è possibile – ha affermato il sindaco di Lampedusa e Linosa – che l’Ufficio delle Dogane continui a far trascorrere settimane o addirittura mesi prima di rimuovere e smaltire quelle barche”.

“Chiediamo interventi urgenti – ha aggiunto – per evitare ulteriori danni ambientali e infrastrutturali dentro e fuori il porto, per non parlare dei rischi per le altre imbarcazioni ormeggiate nell’area portuale. Chiediamo anche un indennizzo per tutti i relitti affondati o fatti affondare nel nostro mare, creando danni ai pescherecci e rischi per i pescatori. Il Comune non ha competenza per potere intervenire e comunque non avrebbe strumenti e risorse”.

“L’Ufficio delle Dogane e il ministero dell’Interno – ha concluso Martello – intervengano immediatamente anche perché i danni provocati dalle imbarcazioni potrebbero essere molto gravi”.