“La situazione in Africa non è esplosiva, è già esplosa“. Sono le parole del vicepremier e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani sulla situazione che in queste ore sta mettendo ancora una volta in allerta le autorità internazionali: la questione migranti a Lampedusa. Con gli sbarchi in aumento e l’hotspot praticamente al collasso, gli appelli costanti e spesso solo parzialmente ascoltati all’Ue e alle autorità, la piccola isola nel cuore del Mediterraneo sembra destinata a essere metaforicamente “al centro del mondo” nelle prossime settimane.
Il quadro è talmente preoccupante da richiedere la convocazione di un Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr), presieduto dalla premier Giorgia Meloni, già il prossimo 18 settembre. E fioccano già le richieste d’intervento alle autorità internazionali, dai Paesi dell’Ue alle Nazioni Unite, affinché Lampedusa non venga lasciata sola a gestire una situazione complessa.
“Non dobbiamo sottovalutare quello che succede in Africa, ne parleremo anche alle Nazioni Unite, e poi servono dei provvedimenti per fermare i flussi migratori. Dobbiamo chiedere assolutamente una presenza delle Nazioni Unite, perché la situazione in Africa non è esplosiva, è già esplosa”. Le parole del ministro Tajani al margine dell’assemblea 2023 di Confindustria mettono ancora una volta al centro l’importanza del supporto internazionale nella gestione della questione migranti.
“L’Italia non basta, serve l’Europa, ma serve anche l’intervento delle Nazioni Unite. Quello dei migranti è un problema mondiale”, questa la considerazione del vicepremier, anticipando uno dei temi fondamentali da trattare in vista del vertice dei ministri degli Esteri dell’Unione europea del prossimo 18 settembre a New York.
L’emergenza migranti a Lampedusa sarà il tema del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica del prossimo lunedì. La gestione degli sbarchi e dell’accoglienza sarà naturalmente il tema principale, anche se – come riportano fonti governative citate da Adnkronos, “non ci saranno misure nel Consiglio dei ministri di lunedì. Nessuna novità sul fronte normativo“.
Al momento, quindi, sembra da escludere l’approvazione di un nuovo Decreto in risposta all’emergenza, senza ombra di dubbio aggravata anche dai disastri naturali e sociali che hanno interessato l’Africa negli ultimi giorni. Oltre a guerre e scontri vari, povertà e violenza, due stragi hanno interessato la parte settentrionale del continente nel giro di pochi giorni: il devastante terremoto in Marocco e l’inondazione in Libia. Migliaia di vittime, altrettanti sfollati, gente disperata in fuga in Paesi già ricchi di problemi. Una situazione che sicuramente sta avendo e continuerà ad avere un impatto sulla Sicilia e, in particolare, sulle terre d’accoglienza come Lampedusa.
Le prime risposte, dopo giorni di appelli, iniziano ad arrivare. Il 28 settembre, una task force di avvocati europei, guidata dal presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, visiterà l’hotspot di Lampedusa. Obiettivo? “Fornire assistenza legale e supporto ai migranti più vulnerabili“, fare in modo che i problemi nell’accoglienza non compromettano la salvezza e il benessere di donne, uomini e bambini che attraversano il Mediterraneo – spesso in balìa di pericoli o scafisti senza scrupoli – sperando in un futuro migliore.
A Lampedusa “dopo i trasferimenti la situazione è più tranquilla”. Dopo giorni di allarme, un primo messaggio che fa sperare in un ritorno alla “normalità” per l’isola arriva da Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana.
“A Lampedusa la Croce Rossa sta facendo il possibile e anche di più”, aggiunge, sostenendo che i volontari non staranno con le mani in mano ma si assumerà la responsabilità per garantire ai migranti in arrivo la cosa più importante: un’accoglienza dignitosa all’insegna della solidarietà. E questo a prescindere dalle difficoltà che inevitabilmente proseguiranno nei prossimi giorni.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, sarebbero attualmente 4.078 i migranti presenti all’hotspot di Lampedusa. La Croce Rossa continua a distribuire pasti da colazione a cena.
Immagine di repertorio da Imagoeconomia; video di Askanews