Lavoro, i posti ci sono ma rimangono vacanti in Sicilia perché domanda e offerta non riescono a incontrarsi. Un dato di fatto rilevante, al centro dell’incontro che vedrà protagonisti – il prossimo 18 marzo – la Fondazione nazionale Consulenti per il lavoro, l’Università di Palermo, Sicindustria, la Consulta regionale dei consulenti del lavoro della Sicilia e l’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo.
L’evento si svolgerà a Palazzo Steri a Palermo.
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“Favorire l’occupabilità e accompagnare i giovani nelle transizioni”: è il tema del convegno dedicato al lavoro e ai motivi per cui tanti posti rimangono vacanti in Sicilia.
Con la moderazione di Vincenzo Silvestri, presidente della Fondazione consulenti per il lavoro, all’incontro ci saranno: il rettore Massimo Midiri, l’assessora regionale al Lavoro, Nuccia Albano, il presidente della Consulta regionale dei consulenti del lavoro, Maurizio Adamo, il presidente regionale dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro, Gaspare Patinella, il presidente dei Consulenti del lavoro di Palermo, Antonino Alessi. Interverranno: Massimo Temussi, D.g. delle Politiche del lavoro del Ministero del Lavoro; Maurizio Serafin, del consorzio Pluriversum; Franco Amicucci, presidente di Skilla, che si occupa di formazione in e-learning; Enrico Limardo, direttore della Fondazione consulenti per il lavoro; Cinzia Cerroni, delegata del Rettore al coordinamento del Centro orientamento e tutorato universitario; Ettore Foti, D.g. del dipartimento regionale Lavoro; Patrizia Caudullo, responsabile territoriale Sviluppo Lavoro Italia (ex Anpal Servizi); Ornella Campo, dirigente tecnico dell’Ufficio scolastico regionale; Luigi Rizzolo, presidente di Sicindustria; i segretari Confederali regionali di Cgil, Cisl e Uil. Concluderà Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.
Domanda e offerta non si incontrano e spesso il settore dell’istruzione e della formazione professionale non riesce a tenere il passo con le esigenze e le richieste delle aziende e del mercato.
Il Rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, spiega: “Il divario tra istruzione-formazione e mercato del lavoro, in Sicilia come nel resto d’Italia, è un fatto innegabile, ma l’Università di Palermo già da due anni ha invertito la tendenza. Abbiamo stipulato accordi con oltre 3mila imprese siciliane e del resto d’Italia che, da un lato, intervengono nella definizione della nostra offerta formativa modulandola con elementi di vita pratica che interessano alle loro attività e, dall’altro lato, accettano di ospitare nostri studenti in tirocini curriculari pre-laurea di almeno quattro mesi, a nostre spese. Abbiamo dedicato uno stanziamento di un milione di euro e quest’anno, il secondo, abbiamo avviato ben 450 studenti in tirocinio. Speriamo che si concludano con l’assunzione e anche nelle mansioni da loro auspicate”.
A misurare la distanza in Sicilia tra formazione e mondo del lavoro ci ha pensato il Bollettino annuale Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal.
Nel 2023 le imprese siciliane che hanno provato ad assumere sono state il 59% del totale, rispetto al 57% del 2022, e hanno programmato 301.190 ingressi di personale, cioè 13.150 in più rispetto al 2022, e nel 28% degli annunci si ricercavano espressamente giovani.
Ma il maggiore fabbisogno di dipendenti non si è tradotto in un significativo incremento dell’occupazione nell’Isola. Nel 40% dei casi, infatti, le aziende hanno difficoltà a reperire candidati e il 22% dei posti vacanti di lavoro non è stato riempito proprio per carenza di candidati.
I posti di lavoro più frequentemente vacanti in Sicilia? Si cercano:
Ecco il numero di richieste per provincia:
Delle 34.410 offerte di lavoro rivolte a giovani fino ai 29 anni, ben 18.860 sono rimaste vacanti (42%). I lavoratori introvabili sono per lo più:
Il Bollettino Excelsior di Unioncamere e Anpal rileva che i lavori più richiesti in Sicilia sono stati: addetti alla ristorazione (52.520), addetti alle vendite (31.390), operai edili specializzati (25.370), addetti alle pulizie (23.490), conduttori di veicoli (19.800) e tecnici della salute (10.650). Ma le prospettive offrono molti più spazi ai laureati (14,5%) soprattutto a indirizzo economico, sanitario, ingegneristico, insegnamento-formazione, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, efficienza energetica; agli specializzati Its (0,5%), ai diplomati professionali (33,9%), purché ci siano competenze certificate (35,7%) ed esperienza, che è richiesta nel 67% dei casi.
Gli indirizzi di studio che offrono maggiori sbocchi lavorativi, ma che necessitano di un profondo adeguamento alle nuove esigenze del mondo del lavoro, secondo il Bollettino Excelsior, sono l’istruzione terziaria (15%, ma con il 43% di difficoltà per preparazione insufficiente), quella secondaria (67%, col 73% di difficoltà) e la scuola dell’obbligo (18%, col 63% di difficoltà). Nell’ambito dell’istruzione terziaria, la laurea è richiesta nel 96% dei casi, nel 90% con esperienza, e il 42% delle offerte resta senza risposta. Quanto agli Its Academy, il 73% richiede esperienza e non trova candidati il 63% delle volte.
Anche per l’istruzione secondaria superiore tecnico-professionale il 74% richiede esperienza e il 39% non trova risorse idonee; le richieste riguardano soprattutto amministrazione, finanza e marketing; turismo ed enogastronomia, sanità, ristorazione, edilizia e meccanica.