PALERMO – L’emergenza sanitaria si fa nuovamente più pressante, e bisogna muoversi in fretta per proteggere il più possibile la società civile dal diffondersi del contagio.
L’assessorato regionale della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro ha emesso una nota con le indicazioni operative urgenti da applicare per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica in riferimento ai lavoratori ex Pip, Asu e del reddito minimo d’inserimento (operai dei cantieri lavoro).
In particolare, viene richiamato il decreto legislativo numero 18 del marzo scorso, che dettava disposizioni generali attuative nel territorio nazionale rispetto alle problematiche derivanti dalla pandemia in corso. “Al riguardo – hanno scritto il funzionario direttivo del Servizio 1 della Regione che si occupa di Politiche del precariato, Antonio Zangara, e il dirigente dello stesso servizio Antonio Grasso – risulta del tutto evidente che tale Decreto Legislativo, si applica a qualunque tipologia di lavoratore presti servizio, presso gli uffici pubblici di tutta la Regione Siciliana”.
Nessuna differenza tra i lavoratori, insomma, nella difesa della salute pubblica. Come già nel precedente lockdown, tutte le categorie dovranno essere trattate in egual modo nella distribuzione del lavoro agile e della turnazione, che siano dipendenti, o soggetti appartenenti al bacino “Pip Emergenza Palermo”, Asu e Rmi. La scelta è rimessa alla valutazione discrezionale degli enti utilizzatori, quindi Comuni, ex Province o qualsiasi altro ente a cui sono stati distaccati, in base alle proprie esigenze organizzative.
La spinta è ovviamente, dove possibile e nella massima quota gestibile, verso lo smartworking, che permetterebbe di ridurre sia gli spostamenti sia le presenze negli uffici. Posizione che è stata espressa anche dall’assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, facendo riferimento all’apposita nota scritta dal dipartimento Lavoro a tutti gli enti utilizzatori di lavoratori in attività di interesse pubblico o sociale: “La previsione di contenimento della diffusione del contagio da covid 19 – ha detto Scavone – attraverso l’uso di idonei strumenti, smart working ed altri, si estende anche ai soggetti del bacino Pip emergenza Palermo e ai soggetti utilizzati sia in attività socialmente utili che nei cantieri di servizio già percettori del reddito minimo di inserimento”.
Già nella prima parte dell’anno, quando il lockdown ha investito l’intera penisola da un momento all’altro, diversi deputati dell’Ars avevano richiesto a gran voce una soluzione che permettesse di salvaguardare la condizione di questi lavoratori atipici della pubblica amministrazione siciliana, attraverso delle interrogazioni. Lo scopo era quello di evitare che chi era assegnato ad enti che hanno dovuto chiudere potesse perdere il sussidio, per cui si è scelto di permettere, in seguito, il recupero delle ore perse. Successivamente, il deputato regionale Antonello Cracolici ha chiesto all’assessore alla Salute di effettuare tamponi e fornire materiale di protezione personale ai Pip, Asu ed agli addetti alle pulizie e manutenzioni che a vario titolo lavorano nelle strutture sanitarie.
La medesima preoccupazione è stata espressa Vincenzo Figuccia deputato Udc all’Ars e leader del Movimento CambiAmo la Sicilia, per la condizione degli ex Pip. Secondo l’onorevole era necessario sospenderli dal lavoro senza intaccare il percepimento del sussidio utile alla loro sopravvivenza.
Una condizione necessaria soprattutto perché si tratta dello svolgimento di servizi non essenziali allo stato delle cose, mentre per molte famiglie è indispensabile, per continuare anche solo a fare la spesa, l’indennità percepita.