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Libia: è strage, già trecento i morti negli scontri a Tripoli

Trecento morti – tra cui novanta minorenni e cento donne, 42 delle quali vittime di violenza sessuale – 1.700 feriti e più di quarantamila sfollati, la metà donne e un quarto minorenni.

Sono i numeri resi noti dall’Amsi, Associazione medici stranieri in Italia, riferiti al periodo dal quattro aprile, giorno dell’inizio degli scontri in Libia, fino a ieri, in base al bilancio fornito dai medici libici.

“Ci informano che nei prossimi giorni saranno operate 45 donne e minorenni da un chirurgo francese nell’ospedale di Bengasi” ha riferito il presidente dell’Amsi, Foad Aodi, che ha ringraziato Papa Francesco “per il suo appello a favore della popolazione e dei rifugiati in Libia e l’urgenza di corridoio sanitario e umanitario”.

Intanto il governo libico di accordo nazionale ha respinto ogni appello per il cessate il fuoco a Tripoli a meno che le forze del generale Haftar non si ritirino e tornini a Rajma, nell’est del Paese.

Lo ha affermato Muhannad Younis, portavoce del governo guidato da Fayez Serraj.

“Il governo – ha detto – sta monitorando da vicino gli appelli sospetti al cessate il fuoco lanciati da chi vuole colpire alle spalle l’esercito libico schierato al fronte”.