Catania

Librino, guasti gli ascensori nell’ex Palazzo di cemento: intrappolati in casa oltre cinquanta disabili

Da quattro giorni le quasi 300 persone che abitano nell’ex palazzo di cemento di Librino, a Catania, non possono usufruire dei due ascensori. Guasti: prima uno, 15 giorni fa, poi l’altro, sabato scorso. Risultato? 56 disabili chiusi praticamente in casa, per la gran parte senza la possibilità di uscire. Gli altri costretti a salire e scendere a piedi dai 14 piani dell’immobile.

 È l’ennesimo problema per il palazzo che per decenni è stato il simbolo del potere mafioso nel quartiere, roccaforte della famiglia Arena che lo aveva trasformato in piazza di spaccio h24. A fatica lo Stato lo ha strappato ai tentacoli di Cosa Nostra, ma da quando i lavori sono finiti e gli appartamenti sono stati consegnati alle 96 famiglie assegnatarie – a gennaio del 2021 – i problemi non sono mai mancati: dalle infiltrazioni d’acqua agli sversamenti di liquidi fognari, dai tombini otturati ai cavi dell’energia elettrica lasciati a vista. I lavori di ristrutturazione sono stati assegnati dal Comune nel 2016 con un ribasso d’asta del 55 per cento. Cinque anni dopo, con estremo ritardo, sono stati consegnati, ma i residenti non hanno avuto il tempo di godersi la nuova casa.

Gli stop ai due ascensori sono stati ripetuti, ma mai si erano guastati entrambi nello stesso momento. Da venerdì scorso, invece, agli inquilini non ne è rimasto nemmeno uno funzionante. Nonostante l’uso massiccio, vista la presenza di circa 300 residenti, la manutenzione non viene fatta. Venerdì sono dovuti intervenire i vigili del fuoco e spaccare una parete interna per liberare i tre residenti rimasti intrappolati. L’ascensore si è infatti fermato in uno dei primi piani che non sono stati ristrutturati e sono ancora murati.

“Emergenza segnalata al Comune, ma non è venuto nessuno”

“Lo abbiamo segnalato al Comune ripetutamente – dicono in coro gli abitanti – ma non è venuto nessuno. Tutti i problemi li abbiamo risolti sempre da soli, ma questo è troppo grande per noi”. Chiusi in casa da giorni, 56 disabili aspettano un intervento risolutivo. Lo aspetta il signor Giovanni, costretto a usare l’ossigeno per 18 ore al giorno a causa della sua patologia. Lui abita al piano più alto, il quattordicesimo. “Con enorme fatica potrei anche scendere, ma non riuscirei mai a risalire a casa mia, quindi non esco. Sto chiuso, intrappolato”. Lo aspetta anche la signora Rita, che piange, imbottita di morfina, sulla sua sedia a rotelle. “Non posso neanche andare in ospedale per gli accertamenti”.

Ieri il sindaco di Catania Enrico Tantino ha eseguito un sopralluogo nel palazzo di viale Moncada e ha promesso di inviare una squadra di tecnici entro la giornata di martedì. A raccogliere le lamentele dei residenti anche i consiglieri comunali del Movimento 5 stelle Graziano Bonaccorsi e Gianina Ciancio.  “Se i vigili del fuoco non avessero buttato giù la parete – denuncia Bonaccorsi – non ci sarebbe stato il modo per liberare chi era rimasto dentro. Questo avviene perché  nei piani rimasti chiusi non è stata lasciata neanche una porta. Vorremmo capire dal sindaco, che ha inaugurato il palazzo quando era assessore ai Lavori Pubblici, quali sono i tempi per la risoluzione del problema”.