Cronaca

Licata, livelli di diossina oltre il limite: richieste misure per difendere la salute dei cittadini

I livelli di diossina hanno superato di cinquemila volte il limite massimo: 499.749 femtogrammi per metro cubo, mentre viene già indicato come pericoloso il limite di 100 femtogrammi per metro cubo. A Licata scatta l’allarme dopo l’incendio di stoccaggio di rifiuti speciali e pericolosi gestito da Omnia e – tra l’altro – sequestrato dal marzo 2022.

A lanciare un messaggio importante in tal senso, dopo aver diffuso i dati in questione – l’associazione “A testa alta“, intervenuta per chiedere l’immediato avvio da parte dell’Arpa Sicilia e del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp agrigentina di azioni e iniziative che abbiano il fine di offrire un’accurata e tempestiva informazione alla comunità.

L’allarme dell’associazione A Testa Alta

I dati allarmanti sono stati comunicati il 2 febbraio proprio dall’Arpa. “Non ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B – spiega l’Associazione A Testa Alta – ma solo cittadini licatesi che hanno diritto di essere informati sui rischi cui sono stati esposti durante quei giorni e, probabilmente, nei giorni seguenti. L’impianto inoltre sorge a ridosso della strada statale 115, molto transitata, e in una zona eterogenea: nelle immediate vicinanze vi sono anche moltissimi fondi rustici adibiti a coltivazioni agricole in tunnel e in pieno campo, destinate al commercio all’ingrosso e/o al dettaglio e, a circa 600 metri, vi è addirittura una casa di riposo per anziani. Il problema è poi rappresentato dalla ricaduta al suolo di quelle diossine. L’associazione, già la scorsa settimana, ha chiesto al Dipartimento di Prevenzione di procedere ai campionamenti su matrici che coinvolgono la filiera alimentare diretta (frutta, verdura, ecc.) e indiretta (foraggi), finalizzati alla ricerca di inquinanti persistenti (metalli, diossine, IPA) potenzialmente originati dall’incendio. Occorre fornire informazioni il più possibile aggiornate e complete, favorendo una corretta percezione del livello di rischio/gravità dell’evento dal punto di vista dell’impatto ambientale, senza generare allarmismi ma, al contempo, senza indurre nella sottovalutazione della situazione di emergenza ambientale che stiamo vivendo”.