Agrigento

A Licata il Pd contro il sindaco Galanti: “Attacchi senza senso”

LICATA (AG) – “Non ci sorprende la nota del sindaco sulla mancata partecipazione ai bandi, così come il silenzio dell’Amministrazione nei confronti della città. È ormai questa la cifra adottata, per cui si alternano silenzi imbarazzanti a improvvide uscite”. Si è espresso così il segretario del Pd di Licata, Decimo Agnello, in una lettera aperta contro l’Esecutivo.

“Se guardiamo al passato più o meno recente – ha aggiunto – come Partito democratico ritroviamo senz’altro futili contrapposizioni e scomodi posizionamenti, ma non abbiamo alcuna responsabilità nella situazione attuale, perché non abbiamo mai governato questa città negli ultimi 24 anni e questo è un fatto. Abbiamo bisogno di mettere da parte la facile demagogia, che fa leva sui bisogni immediati del cittadino e iniziare a trattare con la dovuta serietà argomenti importanti come l’abusivismo, le demolizioni, la salvaguardia del territorio, la situazione finanziaria del Comune, il deficit di ruoli e competenze nella macchina amministrativa, la qualità dei servizi offerti ai cittadini”.

“Non si può promettere – ha sottolineato ancora Agnello – ciò che non si può mantenere, perché poi i nodi vengono al pettine. Alla Giunta comunale chiediamo uno scatto d’orgoglio. Se non avete fondi per realizzare iniziative e progetti, se non avete il supporto degli uffici per la carenza di personale, se non avete una visione della città, quale traguardo politico intravedete? Quale risultato potete garantire alla città in un momento unico con la possibilità di accedere ai fondi Pnrr che nessuna amministrazione futura potrà avere?”.

“In assenza di risposta – ha concluso Agnello – avendo tagliato tutto ciò che era possibile per tentare il Piano di riequilibrio, rimanere attaccati alla poltrona contro ogni logica politica ha il sapore indecoroso della sola difesa della indennità”.

Per capirne di più abbiamo così sentito il primo cittadino di Licata, Pino Galanti, il quale ha parlato senza mezzi termini di attacchi che “non hanno senso”. “La mia indennità – afferma – è di soli 1.300 euro mensili e di certo non bastano per tutto quello che sto facendo per la città. Non ho mai chiesto un centesimo di rimborso spese. Sul pratico, siamo tra i primi ad aver attivato tutte le procedure contro l’abusivismo con all’attivo più di 360 abitazioni abbattute e abbiamo ancora un altro elenco contenente più di 400 case abusive che probabilmente faranno la stessa fine”.

La situazione finanziaria dell’Ente è uno dei problemi con cui l’Amministrazione è stata costretta a fare maggiormente i conti. “Dopo le verifiche del caso – spiega il sindaco – ci siamo accorti che il Comune ha un debito ereditato di ben 52 milioni. Questa Amministrazione non ha mai speso un euro in più oltre quelli preventivati e finanziati. Non ho volutamente dichiarato il dissesto finanziario, siamo sotto controllo del Ministero. Manca ancora un anno alla fine del mandato e penso di potercela fare”.

La sfida, in questo contesto, è mantenere adeguati servizi per i cittadini. “Penso che oltre il problema del disavanzo – sottolinea Galanti – ci siano tanti Enti regionali o partecipati che non funzionano. Una delle lamentele dei miei concittadini riguarda le rotture delle tubazioni e non la mancanza d’acqua, cosa mai verificata da quando presiedo il Comune, tranne che a luglio e agosto scorso, mesi in cui 33 agricoltori hanno derubato tutta l’acqua utile per le abitazioni licatesi”.

La partita da vincere è anche quella sul Pnrr: “Stiamo partecipando ai bandi. Abbiamo presentato un progetto per il Palazzetto dello Sport, già finanziato con 1 milione e 200 mila euro, e 3 milioni e 500 mila euro per lo stadio Dino Liotta. C’è un altro progetto finanziato che riguarda il quartiere della marina in via Principe di Napoli. Il problema principale è la carenza di personale, che non rende fluida la redazione dei progetti: ho solo un architetto a 24 ore e gli altri sono geometri che si interessano, per un buon 80%, di abusivismo. Fortunatamente ho due nuovi contratti con due architetti provenienti dai Comuni di Palma di Montechiaro e Ravanusa”.