Istruzione

Catania, liceo Cutelli tra passato e futuro nel ciclone della dad

In seguito al DPCM Conte del 11 marzo 2020, che ha imposto l’obbligo di adottare in tutte le scuole la Didattica a distanza, i vari istituti della penisola hanno dovuto rivedere le proprie tradizioni e i propri metodi d’insegnamento per adempiere a queste norme. Tra questi spicca il Liceo classico Mario Cutelli, storica scuola catanese, capofila della Rete Nazionale dei Licei Classici, che è stata una delle poche scuole italiane a non interrompere mai lo svolgimento delle lezioni. 

La preside, Elisa Colella, in un’intervista rilasciata qualche giorno fa per il Quotidiano di Sicilia, ha raccontato la strategia che la scuola ha adottato:“ Non tutti erano preparati per esercitare la propria professione in remoto, abbiamo distribuito a tutti coloro che ne fossero sprovvisti, le nostre strumentazioni per collegarsi da ambiente remoto. Nel giro di poche ore si è creata una task force , un gruppo di lavoro interno, dove ciascuno ha dato il proprio contributo, secondo le proprie conoscenze. Un gioco di squadra davvero eccellente. Tutto il personale ha adeguato il proprio modo di far scuola formandosi in uno scambio reciproco di  competenze”.

Elisa Colella

Quello che si evince dall’intervista è l’immagine di una scuola rinnovata, che lentamente risorge dalle proprie ceneri come l’araba fenice, simbolo nella mitologia del potere della resilienza. La  scuola si è posta come obiettivo primario quello di non perdere il contatto con i propri studenti, perché La scuola non è soltanto dispensatrice di nozioni, è soprattutto socialità, crescita, confronto e relazione”, come ha detto la preside Colella. 

L’istituto si è organizzato per rimodulare lo svolgimento della tradizionale lezione frontale, e per dare a tutti gli studenti la possibilità di frequentare in sicurezza e in presenza le lezioni, strutturando uno schema che il professore Palermo, docente di Latino e Greco, ha spiegato così: “Il 50% degli alunni è in presenza, a giorni alterni, quelli che il lunedì hanno seguito in  presenza, il martedì seguiranno online. Lo schema è strutturato su sei settimane, e permette a tutti gli studenti di incontrarsi fra di loro. Inoltre sono state messe in funzione tutte le vie di accesso e di uscita che si trovano lungo il perimetro della scuola, ogni classe ha il proprio percorso da rispettare, evitando qualunque possibilità di creare assembramenti.

A partire da settembre 2020 abbiamo anche riorganizzato il modo di svolgere le lezioni, infatti abbiamo diviso la tipica lezione di 60  minuti in 30/40 minuti in video conferenza; i restanti 20 minuti in modo asincrono, stando disconnessi ed esercitandosi sugli argomenti trattati a lezione. Prima della fine dell’ora ci ricolleghiamo per rifare l’appello e risolvere eventuali problemi che si sono riscontrati durante l’esercitazione. Certo ci sono anche dei lati negativi in tutto questo, soprattutto nelle lingue classiche. È infatti difficile fare traduzione a distanza, le tentazioni online sono molte. Siamo stati costretti a cercare nuove risorse, io personalmente ho cambiato il modo di verificare le conoscenze dei miei alunni. Assegno un testo a un alunno tramite la piattaforma, l’alunno condivide lo schermo e analizza la costruzione della frase”. 

Piatto della bilancia che oscilla e non riesce a trovare un suo equilibrio, perché, volendo tracciare quelli che sono i pro e i contro di un’esperienza quale la Dad, questi ultimi sono probabilmente maggiori. La Dad ha portato alla luce quelle disparità e differenze sociali che nella perpetuità del mondo non si notavano. 

Se si osserva quanto è accaduto sull’intero territorio nazionale, si rileva che c’è stato un incremento della dispersione scolastica; non tutti hanno potuto seguire in maniera efficace le lezioni, – ha dichiarato la preside – e sono venuti al pettine nodi difficili da sciogliere, problemi sociali non indifferenti. Non tutte le famiglie hanno infatti a disposizione i mezzi necessari per seguire le lezioni a distanza, quali computer, una connessione wi-fi stabile, un ambiente idoneo ad accogliere più persone collegate”. 

Quella che doveva essere una forma di didattica temporanea, episodica, si è rivelata sistematica. Ha permeato il modo di essere, ha condizionato e rivoluzionato abitudini e tempi di comunicazione di docenti e non. 

“Altra rilevante criticità riguarda lo stato psicofisico sia degli studenti che dei docenti, – ha continuato la preside. La scuola, al fine di andare incontro alle diverse fragilità ha attivato uno sportello di ascolto fin dallo scorso anno scolastico, che grazie alla disponibilità di quattro psicoterapeuti offre un servizio di consulenza. Oggi i giovani sono condizionati dall’eccessivo utilizzo dei dispositivi tecnologici, dall’essere troppo spesso soli. Questo li ha portati a ritrovarsi troppo spesso isolati, in un costante contatto virtuale.

È fondamentale tornare in presenza per dare la possibilità agli studenti di rivivere la scuola nella sua socialità e concretezza. Non è infatti stato facile, e probabilmente non lo sarà neanche quest’anno, raggiungere a distanza gli obiettivi formativi previsti, considerando che ci sono percorsi e relazioni che si possono attivare solo in presenza. Non si parla solo di apprendimento, ma anche di sviluppo di capacità di comunicazione, di emozioni che, dietro uno schermo, tendono a vanificarsi. La Dad può funzionare solo in un periodo limitato, quando si potrà andare in presenza sarà necessario ripensare la didattica in termini nuovi. Non per questo è da demonizzare la Dad, può essere un supporto, non va abbandonata, ma non può essere lo standard. La scuola è fatta di relazioni, di affetti, di rapporti, di colloquio tra pari.

La scuola di oggidà spazio a novità significative, una tra tutte, raccontata dalla dirigente Colella così: “L’elemento molto interessante che aspettavamo da anni è la comparsa definitiva sulla nostra piattaforma istituzionale della scuola italiana del curriculum dello studente, che accompagnerà per sempre lo studente nel suo percorso di crescita, anche con lEuropass. Uno strumento che potrà essere utilizzato sin da subito e permetterà a ciascun studente di rappresentare tutto quello che fa parte della propria vita, non soltanto scolastica, ma anche extrascolastica. E  questo, a mio parere, è un traguardo importante, perché l’Italia è rimasta per troppo tempo ancorata al titolo di studio specifico specialistico. Quando si affronta un colloquio di lavoro in altri Paesi, o anche presso aziende private italiane di un certo rilievo, non chiedono esclusivamente al candidato il tipo di diploma conseguito, o che laurea, ma assumono rilievo anche altri parametri ad esempio le capacità relazionali, aver praticato sport di squadra, la capacità di cooperare con gli altri. 

Proprio quello che è accaduto al Liceo Classico Cutelli di Catania dove, il gioco di squadra e la resilienza di ciascuno hanno consentito di attraversare questo complesso momento della storia della nostra scuola”

Enrico Longhitano