MILANO – Come si vede l’Italia pre-elettorale da Sud? E che cosa serve al Meridione per superare il tempo del reddito di cittadinanza e avviarsi sulla strada dello sviluppo? L’autonomia differenziata come può essere raggiunta?
È a tutte queste domande che ha provato a dare una risposta il nostro direttore, Carlo Alberto Tregua, ieri ospite di “Filo Diretto”, la trasmissione andata in onda su Radio Libertà, condotta da Antonino D’Anna, che approfondisce le notizie più discusse della settimana.
Il podcast della trasmissione
L’occasione è stata utile per presentare la nuova iniziativa editoriale lanciata dal QdS, ossia “L’Italia vista da Sud” che si pone l’obiettivo di ribaltare la prospettiva con la quale sino ad oggi è stata affrontata, a tutti i livelli, la cosiddetta “questione meridionale”.
“Due fatti inequivocabili – ha detto il nostro direttore ai microfoni di Radio Libertà – fanno comprendere immediatamente come per i governi del dopoguerra il Sud non sia mai esistito: la costruzione dell’Autostrada del Sole, iniziata nel 1964 e lunga quasi 750 chilometri, va da Milano a Napoli, come se il Sole al Sud ed in Sicilia non ci fosse; l’inizio della costruzione della Lav (Linea ad alta velocità), di mille chilometri, va da Torino a Salerno, come se il Sud non esistesse”.
Ribaltare la prospettiva “ma senza fare i piagnoni”, ha rimarcato Tregua, “purché le scelte compiute a livello centrale tendano a riequilibrare la situazione”.
Al centro dell’intervento del nostro direttore anche la campagna elettorale e l’appuntamento del 25 settembre: “Occorre ragionare in termini di doveri ed equità – ha spiegato – perché la nostra classe politica si è dimenticata dei suoi doveri ed ha optato per una distribuzione a pioggia delle risorse che ha penalizzato i meritevoli, contribuendo così ad inasprire le disuguaglianze. Ecco perché i cittadini sono chiamati a scegliere candidati di alto profilo, non burattini. Servono soggetti di alto profilo in grado di gestire il Paese nei prossimi cinque anni”.
Incalzato dal giornalista Antonino D’Anna sui delicati temi legati al sommerso e all’evasione fiscale, che insieme valgono la cifra monstre di oltre 176 miliardi di euro, Tregua ha lanciato una proposta: “Perché non rinforzare l’organico della Guardia di Finanza e dell’Ispettorato del Lavoro prelevando risorse dal serbatoio dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici attraverso un bando interno e un’adeguata formazione? Oggi le Fiamme gialle hanno accesso a oltre 146 banche dati, accedono a tutti i conti correnti e conti titoli, possono incrociare i dati, sono dotati qualitativamente ma non quantitativamente”.
“Perché non si è sentito nulla di tutto questo in campagna elettorale? Gli evasori vanno colpiti, anche se votano”, ha detto concludendo il suo intervento.