Chi dice donna dice tanto

La lotta all’inquinamento “culturale” è donna

CATANIA – Inaugurata a Catania, al Palazzo della Cultura, la mostra fotografica “Acqua e Donna – Aqua et mulier” di Giuseppe La Spada, artista multimediale che dal 2007 unisce arte e sostenibilità.
Dopo aver collaborato con artisti di rilievo in tutto il mondo – come il giapponese Ryuichi Sakamoto e l’austriaco Christian Fennesz – e aver ricevuto riconoscimenti internazionali, torna nella sua Sicilia a parlare di “inquinamento culturale”.

Partita da Palermo, la personale catanese curata da Miliza Rodic è un corpus di 20 opere scattate nel mare siciliano, precisamente davanti alle isole Eolie, e realizzate con la tecnica innovativa dell’ultragloss.
Le fotografie, che resteranno a Catania fino al 31 gennaio, rappresentano lo stretto connubio tra donna e acqua, che si traduce nella capacità di generare vita, cambiare forma, esprimere forza attraverso la sensibilità.

Giuseppe La Spada: “Necessario fermarsi e parlare ai giovani”

“Negli ultimi 150 anni abbiamo distrutto la nostra relazione con la natura, la musica, la cultura – spiega l’artista –. C’è un problema oggettivo di inquinamento culturale. Per questo mi piace parlare di ecologia del pensiero, produrre opere che abbiano come obiettivo finale quello di portare i giovani a riflettere con me su questi temi. Se il senso civico sembra essersi perso, dobbiamo comprendere che ogni essere umano, con il proprio comportamento, può cambiare le cose e che la nostra esperienza terrena è anche un percorso spirituale”.

Per trasmettere questo messaggio, La Spada ha scelto la donna come protagonista. “Concentrandomi sull’evoluzione del termine bellezza, ho potuto rintracciare l’estetica e, quindi, il talento. Sì, perché ognuno di noi ne ha uno da mettere a servizio della società – ha aggiunto -. La donna è dunque la figura altissima di grande bellezza che, talvolta immersa nel buio, rappresenta l’acqua, fonte di vita, e l’inconscio umano, suggendo la necessità di fermarsi in un mondo eccessivamente frenetico per fare selezione, trovare la qualità e i nostri punti di riferimento”.

Comitato Sant’Agata, la tesoriera Clara Ragusa: “Colpiti dall’umiltà di Giuseppe La Spada nel combattere l’inquinamento dell’anima”

“L’amministrazione sposa la causa dei giovani, della cultura e dell’arte, cercando di portare avanti i valori della speranza, della responsabilità della scelta e del contrasto alle violenze e alle brutture che ogni giorno ci troviamo ad affrontare – ha detto durante l’inaugurazione Clara Ragusa, tesoriera del Comitato di Sant’Agata -. Chi ama Agata, ama Catania in tutte le sue forme e, per rafforzare questo messaggio nell’attesa della festa, assieme all’Arcidiocesi, abbiamo organizzato un programma di eventi di cui questa mostra fa parte”.

La scelta è ricaduta su questo artista non per il suo curriculum, bensì per il suo proposito. “Giuseppe La Spada si è presentato con grandissima umiltà. Non sapevamo che avesse esposto le sue opere in tutto il mondo, a Tokyo, a New York, a Monaco di Baviera, a Parigi, a Milano, a Venezia. Non sapevamo che avesse collaborato con artisti internazionali come Sakamoto, che avesse realizzato un video di Battiato e che avesse vinto premi di grande rilevanza – ha continuato Ragusa –. Ma abbiamo avuto contezza di chi fosse quando ci ha parlato della sua volontà di combattere ‘l’inquinamento dell’anima’, dando anche l’opportunità a ragazzi catanesi sconosciuti di lanciare il progetto ‘Osservare gli invisibili’ che si concluderà nel 2025 e che avrà lo scopo di far vedere ciò che esiste e non viene considerato”.

Il sindaco Enrico Trantino: “A Catania 83 milioni di euro dall’inciviltà dei cittadini”

L’iniziativa è stata fortemente voluta dal sindaco Enrico Trantino che, con grande commozione, l’ha così commentata al pubblico: “Siamo delle scintille, cominciamo da un momento di buio e concludiamo il nostro viaggio con un altro momento di buio, esalando il nostro ultimo respiro. Carburante del nostro viaggio sono le emozioni, suscitate da ciò che agita la nostra anima, che le provoca un sussulto che spezza la monotonia. Questo è ciò che ho provato osservando queste opere, che mi hanno colpito soprattutto per la loro ricerca del particolare”.

Il suo pensiero, poi, è andato subito alla necessità di promuovere il rispetto delle donne, dell’ambiente e delle regole. “Sappiamo quanto sia importante, oggi, contrastare la violenza di genere. Ma sappiamo anche di doverne parlare nel modo giusto, affinché i fatti di cronaca non suscitino il desiderio di emulazione da parte di soggetti che cercano visibilità nel modo più vile possibile – ha continuato –. Ritengo che, succubi di una condizione di demotivazione generale che ha causato il degrado della nostra città, i catanesi abbiano bisogno di cultura per combattere l’inciviltà. A Catania sono 83 i milioni di euro dovuti al mancato rispetto delle regole da parte degli abitanti che non hanno compreso che la città sia casa loro; solo momenti di stimolo culturale come questi possono far nascere questa consapevolezza”.

Cultura e sanità in un’unica direzione, De Nicola: “La cura dell’anima come obiettivo della sanità pubblica”

Presente all’evento anche il Commissario straordinario dell’Arnas Garibaldi, Fabrizio De Nicola. “Bisogna partire dall’anima e dall’evidenza che, senz’acqua, la vita non possa esistere. L’acqua è donna, come congiunzione e come verbo, e non si può avere una comprensione completa del paziente se si trascura la sua anima. Per questo è importante che la sanità partecipi a eventi come questo”, ha spiegato.

“La sanità nazionale ha fatto grandi passi avanti sulla medicina di genere. Il Garibaldi ha ricevuto tre bollini rosa per il quinto hanno consecutivo – ha fatto sapere – per l’attenzione alla donna, alle patologie di tutte le fasi della sua vita, a partire dal dipartimento materno infantile che ogni giorno le accoglie assieme ai figli che hanno necessità di cure. Poi abbiamo rafforzato il cosiddetto ‘Codice Rosa’, la rete a supporto delle donne vittime di violenza, che ci vede collaborare anche con la magistratura, le forze dell’ordine e gli assistenti sociali per il contrasto dei crimini di genere e per seguire le vittime sin dalla fase iniziale, prima della denuncia”.

Importanti gli sforzi anche per la prevenzione del tumore al seno, che però non hanno avuto riscontro nella fase pandemica: “Dobbiamo ammettere che, a causa della pandemia e dei rinvii dello screening, registriamo un incremento dell’incidenza delle patologie oncologiche”, ha aggiunto.

Accanto a questo dato triste, uno positivo: l’Italia, assieme al Giappone, è il Paese in cui si invecchia di più. L’aumento della speranza di vita, tuttavia, comporta pure delle spese impreviste per farmaci di cui le donne sarebbero le principali destinatarie: “Vivere più a lungo significa anche ammalarsi di più e di patologie diverse. Le cure per le patologie degli anziani, per lo più rappresentati da donne, sono diventate più costose”, ha palesato il commissario.

Scuola della nascita per supportare le donne nella scelta consapevole della maternità, endometriosi e banca del latte, invece, sono gli altri fronti su cui la medicina di genere del Garibaldi si sta impegnando per le giovani.

Acqua in bottiglia, dal rubinetto o filtrata? Il parere dell’esperto

Il presidente della Fondazione Acqua, Ettore Fortuna, è intervenuto per promuovere l’importanza del consumo consapevole dell’acqua, dal punto di vista clinico-igienico e dal punto di vista giuridico. “Siamo composti per il 65% da acqua e basta un abbassamento del 2% di questo parametro per entrare in disidratazione. Bisogna bere prima ancora di aver sete, far bere gli anziani che per natura hanno stimolo ridotto e cambiare frequentemente tipologia d’acqua, affinché il microbiota non la riconosca e se ne possano ricevere immediati benefici con la diuresi”, ha spiegato.

Poi ha affrontato la spinosa questione sulla preferenza di origine dell’acqua. C’è chi preferisce quella in bottiglia, magari di una specifica marca, chi consuma quella del rubinetto e chi, ancora, preferisce filtrarla per non assumere né le ipotetiche micro e nano plastiche presenti in quella imbottigliata, né il calcio, impropriamente detto “calcare”, di quella corrente. Ma come orientarsi nella scelta?

“L’Oms ha già studiato il fenomeno delle nano e microplastiche, rintracciandole non solo nell’acqua imbottigliata, ma anche in quella corrente e addirittura nell’aria. Le principali cause? Gli scarichi delle lavatrici che lavano bucato sintetico (soprattutto il pile) e lo sfregamento dei pneumatici. Ma ci sono due buone notizie: sono state rintracciate microplastiche nelle feci umane, quindi significa che vengano espulse; la maggior parte degli utensili per il consumo di alimenti è privo di bisfenolo A, che rilascia alcune particelle direttamente su cibi e liquidi”, ha chiarito l’esperto.

L’acqua filtrata sarebbe da evitare tout court. “Esistono due modalità di filtraggio: a osmosi inversa e a scambio ionico. Nella prima si filtra l’acqua, privandola di tutto ciò che in essa si trova, rendendola distillata; nella seconda, invece, si abbassano i livelli di calcio, alzando quelli di sodio. Tuttavia, l’acqua distillata fa male perché, non potendo essere metabolizzata nella sua interezza, resta nelle feci e nel sangue causando patologie; l’acqua ricca di sodio è motivo di ipertensione e altri disturbi. Inoltre, le nano e le microplastiche provengono pure dal poliammide, usata per fabbricare i filtri che trattano l’acqua – ha sottolineato –. L’acqua del rubinetto non filtrata, se rispetta i parametri di potabilità definiti dalle norme giuridiche, è la scelta migliore”.