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Lotta al randagismo, aiuti dalla Regione. Destinati quattro milioni per i Comuni

PALERMO – La lotta al randagismo necessita di fondi e la Regione va in supporto ai Comuni siciliani.

Per il 2024 sono quattro i milioni di euro messi a disposizione, e verranno assegnati ai Comuni in proporzione alla spesa sostenuta nell’anno 2023 “per l’ospitalità della popolazione canina presso le strutture di ricovero e custodia pubbliche o private convenzionate”.

È proprio il comma 4 dell’articolo 4 della legge regionale numero 15/2022 il riferimento di legge in virtù del quale “i Comuni sono tenuti, in forma singola o associata, ad assicurare la custodia e il mantenimento presso strutture proprie o in regime di convenzione, tali da garantire condizioni adeguate alle esigenze etologiche e fisiologiche e al benessere degli animali ricoverati e il rispetto delle norme igienico-sanitarie”.

Per procedere al riparto, il dipartimento regionale delle autonomie locali ha richiesto agli enti locali le attestazioni della spesa sostenuta nel 2023 con proprie risorse, già pagate al 31 dicembre scorso o correttamente reimputate o reimputabili all’esercizio finanziario 2024, in sede di redazione del rendiconto 2023, per prestazioni rese o acquisite nel medesimo anno, finalizzate all’ospitalità della popolazione canina.

Non vanno invece inserite le spese relative allo smaltimento delle carcasse, la cattura degli animali, l’accalappiamento, le cure presso cliniche veterinarie, il pronto intervento su animali feriti e, ovviamente, quelle relative alla popolazione felina.

Per l’acquisizione dei dati il dipartimento ha predisposto la scheda di attestazione che, debitamente compilata e firmata dal legale rappresentante e dal responsabile dei servizi finanziari del Comune, dovrà essere trasmessa entro il 30 settembre, all’indirizzo di posta certificata del dipartimento delle autonomie locali. I fondi messi a disposizione vengono dalle indicazioni presenti nella legge 3 agosto 2022, numero 15, che rappresenta il momento di riorganizzazione del settore e detta le norme per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo.

Gli scopi sono molteplici: promuovere modalità di corretta convivenza con gli animali, finalizzate alla tutela della salute umana e animale, alla salvaguardia del territorio, al riequilibrio ambientale e alla prevenzione del randagismo. In parallelo, si favorisce l’educazione al rispetto degli animali e riconosce il ruolo primario della medicina veterinaria, della società civile, delle associazioni, degli operatori professionali qualificati del settore cinotecnico nella promozione delle politiche di tutela degli animali e di prevenzione del randagismo.

Sempre in termini di educazione civile, promuove il controllo delle attività cinotecniche e di riproduzione degli animali, al fine di diffondere una cultura responsabile del possesso, della riproduzione e della gestione degli animali da affezione.

I randagi sono responsabilità dei Comuni, e per questo sono questi enti a curare il prelievo dei cani vaganti e dei gatti sul territorio, direttamente o indirettamente. Ancora, i Comuni curano l’affido, l’adozione e la reimmissione dei cani prelevati, per evitare la formazione di branchi che possano mettere a rischio la pubblica incolumità.

Quindi, sempre i Comuni assicurano la custodia e il mantenimento degli animali presso strutture proprie, o in convenzione. Sempre in riferimento agli animali senza padrone, i Comuni istituiscono, anche nell’ambito della Polizia locale, l’ufficio “Benessere animale e lotta al randagismo”. L’ufficio detiene l’elenco comunale per il contrasto al randagismo, è dotato di lettore microchip ed è abilitato per la consultazione dell’anagrafe degli animali d’affezione.