Monsieur le President, Emmanuel Macron, ha vinto la sua azzardatissima scommessa. Chiunque, anche i suoi, ne criticava aspramente la mossa, rischiosissima, un colpo di testa dicevano in tanti, rispetto ai risultati delle europee, tutti i media si sperticavano su reportage che descrivevano l’ascesa di Jordan Bardellà, giovane promessa del partito di Marine Le Pen, ed invece il suo giro di poker ha fatto perdere la destra, usando un sistema elettorale che i francesi usano da sempre, non cambiando leggi elettorali come noi italiani.
Questo fronte, non certamente compatto, ha fermato le destre con accordi di desistenza ed oggi Macron viene indicato come prigioniero di Melenchon, uno al cui confronto Cossutta era un moderato democristiano. Ma siete sicuri che il Fronte Popolare, che ha litigato per mesi più di Conte e Schlein, sarà compatto dopo il voto?
Si parla già di coabitazione, vedremo la composizione dell’Assemblea Francese, ma sicuramente Macron resterà al comando fino al 2027 e deciderà sul prossimo premier. Certo è che dovrà cambiare politica, perché la Francia è più divisa dell’Italia, e tra Parigi ed il resto del Paese c’è un fossato larghissimo. Ci dovrà essere un premier di alto profilo, e non una marionetta dell’ Eliseo, dovranno essere adottate politiche sociali forti, tra pensioni e salari, ma si potrebbe introdurre anche un modello danese di settimana corta lavorativa.
Certo il debito, è soprattutto il deficit francese salirà, ma Ursula ha bisogno di Macron più che di Scholtz. Festeggia la Schlein, ma sorride sotto i baffi anche l’Andreotti in gonnella a Palazzo Chigi. Una vittoria della Le Pen, oltre a togliergli leadership europea, le avrebbe complicato il rapporto finanziario con la Commissione. Ora sarà il suo avversario Macron a chiedere di allentare i vincoli europei, e lei se ne avvantaggerà.
Così se vi pare