Catania

“Made in Sicily e gioco di squadra per superare la crisi”

CATANIA – Tra i settori travolti dall’emergenza Covid-19 c’è anche quello dell’agricoltura, che in tutta la provincia sta risentendo di notevoli difficoltà. Ne abbiamo parlato con Andrea Passanisi, presidente di Coldiretti Catania.

Andrea Passanisi, presidente di Coldiretti Catania

Quali sono le problematiche più evidenti a Catania e provincia?
“Gli effetti economici stanno arrecando della difficoltà che ricadono anche sull’intero sistema agricolo. Alcuni comparti iniziano a risentirne: il vitivinicolo, il florovivaistico e alcune aziende che si erano dedicate sia all’export che all’Horeca (Hotellerie-Restaurant-Cafè). I contraccolpi più forti coinvolgono la maggior parte delle nostre eccellenze del comparto vitivinicolo ma anche alcune aziende agricole che hanno visto nell’export e nell’Horeca il loro principale sbocco commerciale, perché, considerando le direttive comunali, regionali, nazionali e il meccanismo del dpcm, tutto il settore Horeca è fermo, così come il settore agrituristico con grande sofferenza per chi da tanti anni ha investito in questo campo. Ci sono ristoranti, a Catania e provincia, ma anche a livello nazionale, che avevano improntato la loro linea su prodotti di eccellenza, a chilometro zero, certificati, ‘made in Italy’, ‘made in Sicily’, che acquistavano direttamente dalle aziende e in questo momento sono chiusi; soffrono i ristoratori e soffrono i lavoratori. Poi ci sono gli effetti indiretti che consistono nei termini di pagamento, perché fermandosi l’economia si ferma anche il saldo delle fatture”.

Cosa proporrebbe per risollevare la situazione?
“Innanzitutto stiamo promuovendo la valorizzazione del ‘made in Sicily’, poi per lo specifico di alcuni settori la soluzione ce l’abbiamo in mano ed è la solidarietà da parte nostra come cittadini; dobbiamo iniziare a creare nuovamente delle sinergie e cercare di fare unione, di fare squadra. Ora, con la fase 2, c’è la possibilità dell’asporto: una volta alla settimana possiamo acquistare dai ristoranti e fare girare l’economia, anche se adesso comincia a mancare la liquidità e in alcuni casi bisogna ricominciare da zero. Ad esempio, abbiamo la possibilità di iniziare a riaprire gli agriturismi per goderci anche la natura, per allontanarci dalla città e staccare la spina per il fine settimana, evitando così anche gli assembramenti, tanto temuti in questo periodo per la paura di nuovi contagi”.